Mercoledì 23 marzo 2022, si è tenuta, presso la Sala Cavour del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali a Roma, la conferenza stampa di presentazione della candidatura Unesco de “Il caffè espresso italiano fra cultura, socialità, rito e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli”.
Nel corso della conferenza è stato illustrato l'iter che ha condotto all'approvazione del dossier di candidatura a patrimonio immateriale dell'Unesco - su iniziativa congiunta della Regione Campania e del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale - e si è dato avvio alla sottoscrizione della Carta dei valori da parte delle comunità emblematiche di Torino, Milano, Venezia, Trieste, Bologna, Roma, Napoli, Lecce, Pescara, Palermo, Modica.Potrebbe interessarti
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"Dopo esserci confrontati e aver dibattuto per mesi, siamo riusciti a trovare una sintesi tra le due proposte che erano state presentate e che in una prima fase sembravano inconciliabili. L’approvazione all'unanimità da parte del Mipaaf della candidatura a patrimonio immateriale dell'Umanità dell'Unesco de "Il caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli" rappresenta una gran bella vittoria e soprattutto una grandissima opportunità per il Paese, per Napoli e la Campania inteso anche come risorsa di tradizioni e di culture millenarie.
Opportunità che quindi poi dovranno essere sfruttate nel migliore dei modi possibili per ridare lustro ad una nazione che non ha nulla da invidiare alle altre. ”-ha affermato il presidente della Commissione Agricoltura della Regione Campania, Francesco Emilio Borrelli presente all'iniziativa a Roma e tra i promotori del dossier che ha partecipato assieme al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e forestali Stefano Patuanelli, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, l'attore Lino Banfi e la comunità napoletana del caffè guidata dai titolari del Gambrinus Antonio Sergio, Massimiliano Rosati, Michele Sergio, Massimiliano Quintiliani della scuola di caffè napoletano.






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