Il Tribunale di Benevento ha assolto l’imprenditore 38enne Andrea Rame, nipote della moglie del boss Domenico Pagnozzi, da cinque capi di accusa contestati nell’ambito di un processo celebrato con il rito abbreviato che lo ha visto imputato per associazione a delinquere di tipo mafioso, intestazione fittizia, abuso d’ufficio, turbativa d’asta ed estorsione.
Gli inquirenti hanno chiesto ai giudici 11 anni di reclusione per Andrea Rame anche in relazione al presunto ruolo di guida operativa dell’organizzazione malavitosa omonima fondata da Pagnozzi, ritenuto, inoltre, a capo della criminalita’ romana (alter ego di Michele Senese) nell’inchiesta denominata “Camorra capitale”, parallela alla piu’ nota “Mafia capitale”.
Difeso dagli avvocati Dario Vannetiello e Saverio Campana, Rame e’ stato assolto con la formula “perche’ il fatto non costituisce reato” dall’accusa di avere estorto denaro a un imprenditore affidatario in subappalto di lavori per la realizzazione di una serie di alloggi IACP a Montesarchio (Benevento).
Per le restanti accuse il giudice ha assolto il 38enne con la formula “perche’ il fatto non sussiste”. Andrea Rame figura tra le 18 persone coinvolte in un’indagine della Guardia di Finanza e dei Carabinieri sul clan Pagnozzi risalente all’ottobre 2014.
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