Anche i clan di Ponticelli nel maxi blitz contro i Casalesi

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Anche i clan in guerra a Ponticelli sono finiti nel maxi blitz contro i Casalesi che è scattato stamane nelle provincie di Napoli, Caserta e Salerno.

Un riciclaggio di oltre 100milioni di euro grazie a una ‘mente raffinata’, che aveva ideato la mega-truffa conoscendo a memoria tutti i sistemi economici e i modi per aggirare controlli e leggi, gli imprenditori ‘amici’ che emettevano migliaia di fatture per operazioni inesistenti, creando scorte di denaro.

Poi i ‘ragionieri’ che emettevano bonifici fino ad arrivare a un volume d’affari da 100 milioni di euro. E infine i prelevatori, che ogni giorno ai bancomat prelevano soldi poco alla volta, fino ad arrivare anche a 55 mila euro al giorno. Ecco il sistema messo in piedi dai Casalesi, grazie a ‘colletti bianchi’ collusi e a 89 societa’ totalmente soggiogate alle regole della camorra.



    Al centro dell’indagine c’erano Giuseppe Guarino e la sorella Luisa, parenti di Maurizio Capoluongo, boss dei Casalesi della fazione Zagaria, che e’ stato in carcere per camorra e omicidio e a luglio scarcerato. Nell’associazione a delinquere finalizzato al riciclaggio ognuno aveva il suo ruolo. Chi emetteva fatture, chi faceva i bonifici, chi prelevava e portava soldi nelle case del clan, poco alla volta e non tracciatabile dal sistema bancario e postale.

    Il blitz ha colpito anche il clan De Martino, i famigerati Xx legati ai De Micco “Bodo” di Ponticelli. ma anche i rivali dei Casella alleati dei De Luca Bossa Minichini.

    In carcere anche Luigi Austero e il rampollo Nicola Aulisio, Giovanni Rinaldi, Giovanni Mignano e Youssef Christian Hathrouby. Dentro anche Salvatore De Martino, nuovo reggente del clan con base nel popolare rione Fiat e sua moglie Maria, Francesco Pignatiello e suo figlio Pasquale.

    Tra i destinatari delle provvedimenti di fermo, emessi in quanto e’ stato ritenuto sussistente il pericolo di fuga, figurano Eduardo e Giuseppe Casella, entrambi ritenuti appartenenti al cartello malavitoso De Luca Bossa-Minichini-Casella.

    Gli inquirenti della Procura (i pm Fratello e Rossi ) contestano il reato di estorsione perpetrato nei confronti di una donna, che gestiva una piazza di spaccio, e di un parcheggiatore abusivo. Le indagini sugli episodi contestati hanno subìto una accelerazione dopo i gravi fatti di sangue dei giorni e delle settimane scorse.Nel primo caso la donna vittima dell’estorsione e’ stata picchiata violentemente per costringerla a passare a un clan rivale. L’altro, quello ai danni di un parcheggiatore, viene ritenuto dagli investigatori un episodio emblematico della volonta’ della criminalita’ organizzata di tenere sotto un controllo capillare il territorio nella zona orientale della citta’.

    Le indagini hanno consentito di identificare 11 soggetti, destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, i quali gestivano le società, i conti correnti e coordinavano la rete degli “spicciatori” (52 soggetti di cui 37 destinatari delle misure degli arresti domiciliari e 15 dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria).

    Le somme prelevate finivano poi ad esponenti del clan dei Casalesi al fine di provvedere al sostentamento di svariate famiglie di detenuti dello stesso clan. Impegnati nell’esecuzione dell’operazione circa 200 militari della Guardia di Finanza appartenenti al Nucleo speciale Polizia valutaria di Roma e ai Comandi provinciali della Guardia di finanza di Napoli, Caserta e Salerno.




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