Napoli. Latitante da 17 anni per la giustizia italiana, ma in realtà non era mai sparito dal mondo del calcio sudamericano, anzi.
Attraverso la sua pagina Facebook continuava a mantenere vivo il passato di campione del football colombiano e la partecipazione a due mondiali con la nazionale sudamericana e il suo presente di appassionato fans della sua squadra del cuore: l’America de Cali.
Ed è proprio con la casacca de l’America che è stato trovato e arrestato a Napoli ieri dai poliziotti Antony De Avila Charris, alias El Pitufo, il puffo.
E’ stato rintracciato nei pressi di Porta Capuana, nel cuore di Napoli, dagli agenti del commissariato Vicaria Mercato di Napoli. Deve scontare 12 anni di reclusione per associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, un’inchiesta tra Napoli e Genova che portò a legare il nome del campione colombiano al clan Buonerba di Napoli.
Nel 2009 quando ha chiuso la sua carriera con l’America de Cali – dove aveva militato dal 1983 al 1987, poi dal 1989 al 1995, con un breve periodo negli Usa nelle fila dei New York MetroStars – De Avila ‘el Pitufo’ aveva già sulle spalle il pesante fardello delle accuse da narcos.
Antony De Avila – tra i convocati dal commissario tecnico colombiano per i mondiali di Usa 1994 e Francia 1998 – aveva già attraversato i campi di calcio, come attaccante, e quelli dove si coltiva.
Una vita a due facce come emerge da un episodio del 1997, registrato dalle cronache, quando el Pitufo dedicò un gol messo a segno con la nazionale in occasione della sfida tra Colombia ed Ecuador, ai carcerati e in particolare a due fratelli ritenuti importanti narcotrafficanti a capo del cartello di Cali.
Ieri, indossava ancora la casacca dell’America de Cali ma è passato dai vicoli di Napoli al carcere come il narcos che deve scontare 12 anni di reclusione per traffico di droga con il clan.
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