Roma.Vaccino covid19 e donne: rischi, fertilità, risposta vaccinale e differenza di genere, ma anche arruolamento femminile nei trial.
L'agenzia Dire ne ha parlato con la professoressa Annamaria Colao, Chairholder Cattedra Unesco presso l'Università Federico II di Napoli e ideatrice e realizzatrice dell'iniziativa 'Il Festival della salute e del benessere Femminile' ed endocrinologa in corso a Napoli.
I sieri che sfruttano la piattaforma ad Adenovirus possono creare un problema maggiore nel sesso femminile in età fertile o la casistica non fa pensare a questo? E ancora le donne sono parimenti arruolate nei trial clinici rispetto ai 'colleghi' maschi o serve maggiore attenzione da parte del mondo scientifico e farmaceutico?
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Alla fine la posologia di gran parte dei farmaci che conosciamo è stata studiata sull'uomo e non nella donna. Diamo per buono che vada bene per entrambi i sessi, ma non è detto che sia così. Questa è una domanda fondamentale ma anche senza una risposta, questo vale anche sui farmaci e il gap andrebbe recuperato attraverso una collaborazione su larga scala a livello internazionale. Voglio cogliere l'occasione poi per lanciare l'appello a tutta la popolazione affinché riprenda con fiducia a vaccinarsi. Usciremo da questa pandemia solo quando la stragrande maggioranza della popolazione avrà fatto il vaccino.
Su alcuni sieri ci sono problemi? Può darsi che per alcuni debbano essere affinate le conoscenze, ma dobbiamo ricordare che è stato fatto uno sforzo incredibile per combattere un virus di cui non si sapeva nulla. E soprattutto sono le donne più a rischio trombosi che viene facilitata dagli ormoni? Al normale livello ormonale non c'è nessun rischio. Esiste una 'quota parte' di popolazione che sviluppa un rischio di trombosi per questo è importante che ognuno conosca il proprio 'rischio personale' e lo 'denunci' prima di sottoporsi al vaccino. Ad esempio va dichiarato nel momento dell'anamnesi se si è un soggetto allergico, se nella propria famiglia ci sono stati infarti, ictus o trombosi in modo tale che quel singolo soggetto farà uno screening prima di sottoporsi al vaccino.
Il discorso della vaccinazione eterologa va vista sempre con un occhio benevolo. Se si utilizzano due modalità di indurre la risposta anticorpale è probabile che avremo più anticorpi utilizzando due modalità di vaccinazione diversa rispetto al soggetto su cui è stato usato lo stesso vaccino. Da qui i ricercatori hanno suggerito di fare la seconda dose con lo stesso vaccino. La scienza procede per domande a cui si cerca di dare una risposta. Riprendiamo con fiducia con le vaccinazioni e facciamo in modo che tutto il mondo sia vaccinato. Perché o si esce fuori dalla pandemia tutti insieme o non ne esce nessuno".





