Assessore pistolero a Voghera: convalidato l’arresto ai domiciliari per Massimo Adriatici.
Il gip di Pavia ha convalidato l’arresto dell’assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera in quota Lega confermando l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa per l’uccisione di Youns El Boussetaoui, avvenuta martedi’ sera con un colpo di pistola nella piazza della città.
Ieri Adriatici era stato interrogato per circa tre ore dal Giudice per le indagini preliminari che oggi ha convalidato il fermo. L’avvocato e politico ha sostenuto di non ricordare l’attimo preciso in cui la sua pistola, carica e con il colpo in canna ha esploso il colpo mortale nei confronti dell’uomo.
Secondo alcuni giornali locali, un uomo avrebbe visto Adriatici prendere la mira e sparare. Un momento, però, che le telecamere di sicurezza della zona non hanno ripreso. Nelle immagini si vede solo che tra vittima e assessore c’è una lite e l’uomo poi rimasto ucciso ha spintonato il politico.
“In uno Stato liberal-democratico l’uso della forza ai fini della pubblica sicurezza appartiene solo ed esclusivamente allo Stato, che esercita la funzione in un quadro di norme e di garanzie. Non esiste, non puo’ esistere e non deve esistere una giustizia fai da te” nella quale ci si sente dei novelli Charles Bronson incaricati di assolvere alla funzione dei giustizieri della notte.
“E compito delle istituzioni locali non e’ quello di assolvere alla funzione di protettori del territorio armi in mano, ma quello di governo del territorio in adempimento alle funzioni e sulla base dei principi stabiliti dalla Costituzione”.
A dichiararlo, è Enrico Borghi, responsabile delle politiche della sicurezza nella segreteria Pd, in una lettera al Foglio riguardo al drammatico episodio di Voghera e alla polemica scaturita sulla detenzione delle armi.
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“E’ dentro questa cornice –continua Borghi– l’azione che il Pd ha condotto e condurra’ in materia. Abbiamo tutti pianto dopo Ardea. Ed e’ stato grazie ad un emendamento presentato dal Pd alla Camera nel decreto semplificazioni se verra’ tolto il porto d’armi a chi ha avuto un trattamento sanitario obbligatorio, aumentando la sicurezza per tutti e ripristinando condizioni di garanzia. Pero’ serve di piu’. Anche sul piano culturale e su quello delle responsabilita’ politiche”
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