spaziano Adil Belakhdim
La tragedia si è consumata davanti ai cancelli del magazzino di zona della catena di supermercati Lidl a Biandrate nel Novarese. Spaziano, sposato e con due figli piccoli, vive a Caserta. L’uomo, che dopo aver travolto il sindacalista si era dapprima dato alla fuga e dopo pochi minuti si e’ consegnato volontariamente alle forze dell’ordine, e’ al momento accusato di omicidio stradale, omissione di soccorso e resistenza a pubblico ufficiale. La sua posizione e’ al vaglio dei magistrati coordinati dal pm di turno Paolo Verri.
Come ha precisato ieri Lidl Italia, non e’ un dipendente della catena di supermercati, ma un fornitore esterno. Spaziano sara’ sentito dai magistrati nel corso dell’udienza di convalida del fermo, che dovrebbe svolgersi nelle prossime ore dopo aver trascorso la prima notte in carcere.
“Ora basta. Nel settore della logistica si stanno consumando episodi di violenza, di intimidazione e di incivilta’, che riportano indietro nel tempo le relazioni industriali nel nostro Paese”. Cosi’ Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, in un intervento sul Messaggero commenta la morte del Sindacalista investito durante un picchetto nel Novarese.
“La Cisl e tutto il movimento sindacale hanno condannato fermamente questo clima di ostracismo nei confronti della libera attivita’ sindacale, in particolare nella logistica dove in molti casi perdura una situazione di sfruttamento dei lavoratori, di bassi salari, di mancato rispetto dei contratti, dei diritti e delle tutele fondamentali – aggiunge – C’e’ un brutto clima nel Paese. Le conseguenze terribili della pandemia non possono essere pagate dai piu’ deboli, con la strisciante deregulation, la violazione e il non rispetto dei contratti e delle norme sulla sicurezza. Non puo’ prevalere la logica fredda del profitto e del mercato selvaggio e senza regole”.
Sbarra parla quindi dei dati sull’aumento della poverta’ e dei posti di lavoro persi nell’ultimo anno, “un milione. In queste condizioni sarebbe davvero un disastro lasciare liberta’ di licenziare a tante aziende dal primo luglio facendo pagare i costi di riorganizzazioni e ristrutturazioni ai lavoratori. Sarebbe altra benzina sul fuoco, che si aggiungerebbe ad una condizione sociale e del lavoro preoccupante.
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Ecco perche’ lanciamo un appello al premier Draghi, al governo, a tutte le forze politiche: cambiate quel decreto. Spostate almeno fino alle fine di ottobre il blocco dei licenziamenti. Bisogna consolidare da un lato la ripresa e dall’altro approntare le misure di protezione sociale universali, mutualistiche ed assicurative. Ripartiamo dal dialogo sociale. Non abbiamo bisogno di nuove leggi sul salario, orario, causali, rappresentanza sindacale ma un forte impulso alla partecipazione ed al rilancio degli investimenti”.
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