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Da adolescente era stata abusata dal padre, con il silenzio complice della madre e per questo era finita in una casa famiglia, dove pero’ l’incubo non sarebbe finito. La ragazza, arrivata nel 2015 in una struttura di accoglienza, avrebbe trovato la responsabile e un addetto che avrebbero proseguito con gli abusi e le violenze sessuali, addirittura sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Un racconto pero’ a tratti impreciso, quello fornito da una ventenne del Beneventano, che soffre anche di un deficit cognitivo. Il sostituto procuratore Stefania Bianco, della procura di Benevento, ha deciso di andare piu’ a fondo nella denuncia, chiedendo al gip di fissare un incidente probatorio per un contraddittorio tra le parti.
La ragazza, le cui traversie sono cominciate nel 2011, quando aveva appena 10 anni, in famiglia, e nel 2018 sono proseguite in una struttura protetta, sara’ messa a confronto con le persone che proprio nella casa famiglia avrebbero abusato di lei. Un confronto utile a cristallizzare la prova, prima di un eventuale dibattimento.
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