Super League dopo il ritiro delle sei inglesi ora anche l'Inter fa sapere di non essere "più interessata" e gli organizzatori parlano di una "rimodulazione del progetto".
"Alla luce degli ultimi sviluppi" l'Inter non e' piu' interessata al progetto della Super League: lo ha riferito una fonte vicina al club nerazzurro citata dalla agenzia di stampa Reuters. dopo che i sei club della Premier League inglese coinvolti hanno abbandonato.
E quindi dopo esser uscito dall'Unione Europea, il Regno Unito volta le spalle anche alla nascitura Superlega. Un progetto crollato come un castello di carte appena 48 ore dopo la sua nascita. E che adesso è fortemente in bilico dopo che metà dei 'padri fondatori' ha fatto dietrofront. Le sei società di Premier League hanno fatto un passo indietro, sulla scia delle critiche arrivate dai tifosi, dagli stessi calciatori e dal mondo politico, con il premier Boris Johnson a guidare il fronte dei contrari. Una inversione a u inattesa e arrivata in blocco: il primo a defilarsi è stato il Manchester City, che ha "formalmente avviato le procedure per il ritiro", posizione seguita a ruota da Tottenham, Chelsea, Liverpool e Manchester United, che ha annunciato anche le dimissioni (da fine 2021) di Ed Woodward, uno dei principali promotori del progetto. C'è poi chi è arrivato a chiedere scusa, come l'Arsenal.
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Non a caso anche dalla Spagna gli ultimi rumors indicavano un Atletico Madrid "perplesso" e un Barcellona che avrebbe vincolato la propria presenza dietro il via libera dei soci del club. Le società superstiti comunque non si arrendono. "Alla luce delle circostanze attuali, valuteremo i passi più opportuni per rimodellare il progetto, avendo sempre in mente i nostri obiettivi di offrire ai tifosi la migliore esperienza possibile, migliorando i contributi di solidarietà per l'intera comunità calcistica", si legge in una nota della Superlega dopo l'addio dei club fondatori facenti parte della Premier League, "costretti a prendere tali decisioni a causa delle pressioni esercitate su di loro". La 'mission' insomma resta la stessa. La Superlega "è convinta che l'attuale status quo del calcio europeo necessita di un cambiamento". Anche se la strada adesso è ancor più in salita.





