"Meno matrimoni, ora date certe": anche a Napoli il flash mob del settore wedding per chiedere ristori e garanzie
Chiedono ristori e date certe per programmare una stagione che per il 40% - dicono - è già compromessa, gli operatori del mondo del wedding che si sono dati appuntamento oggi a Napoli per far sentire le proprie ragioni. Sono fotografi, wedding planner, produttori di bomboniere, operatori turistici.
Un centinaio circa quelli che si sono ritrovati davanti alla sede della Regione Campania in contemporanea con i flash mob organizzati in altre dodici piazze italiane. Trentacinquemila i matrimoni che ogni anno si organizzano in Campania: nel 2020, segnato dalla pandemia, altissimo è stato il numero di quelli rinviati. Di qui la richiesta di garanzie per ripartire.
"Il nostro è un comparto completamente dimenticato - spiega Luciano Paolillo presidente dell'Airb, associazione regali e bomboniere - che ha fatturato nel 2019 36 miliardi per 220 mila matrimoni.Potrebbe interessarti
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"Al governo chiediamo tre cose - spiega Vincenzo Borrelli, vicepresidente Assoeventi settore wedding - l'approvazione definitiva del protocollo presentato in Conferenza Stato-Regioni; la data certa per riaprire e ristori non solo per piccole e medie imprese ma per i lavoratori molti dei quali sono stagionali. In Campania sono circa 80 mila gli addetti coinvolti, tra filiera agroalimentare, floro-vivaistica, della moda, fotografi, abiti da sposa, cerimonia, pelletteria, scarpe, gioielli, trucco e parrucco, agenzie di viaggi, allestitori, gente che lavora da Pasqua a ottobre e che ora sono fermi".
"La stagione è a forte rischio - conferma Alessandra Petillo capo della delegazione campana in seno a Federmep - abbiamo raccolto 26 associazioni di settore che per la prima volta si sono riunite. Parliamo di una fliera che consta di 35 mila eventi l'anno di cui 12 mila eventi stranieri nelle nostre localita' turistiche Costa d'Amalfi, Cilento, Capri, Sorrento. Se fino ad ora non ci hanno visti ci piacerebbe che ora ci dessero delle risposte. Chiediamo di lavorare, nulla di piu' o meno. Pensiamo che si possa lavorare in sicurezza, serve un calendario, delle norme e dei ristori per rimetterci in piedi rapidamente".
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