Il grido delle vittime della criminalità campane: 'Chiediamo giustizia, noi dimenticati'
Assicurare giustizia alle vittime della criminalità, troppo spesso dimenticate. E’ ciò che chiedono i parenti delle vittime del nostro campano, tramite un’iniziativa su Facebook si sono incontrate per ricordare il loro dolore e l’ingiustizia subita che aspetta ancora risposte.
“Vogliamo giustizia - dice Rosaria, la zia di Gaetano Barbuto Ferraiuolo, il giovane gambizzato a Sant’Antimo “Gli aguzzini di mio nipote sono tutt’ora liberi e potrebbero far del male ad altre persone.Potrebbe interessarti
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“Le vittime della criminalità, non solo di mafia e camorra, aumentano sempre di più. Tutta la mia vicinanza alle famiglie e a chi soffre, senza colpe, per mano di delinquenti. Tante vite vengono spezzate per sempre o distrutte irrimediabilmente. E invece di pensare ad evitarlo, ad aiutare le persone colpite, si pensa a dichiarare incostituzionale l’ergastolo ostativo. Una misura che prevede nessuna concessione di benefici penitenziari ai condannati per mafia che non si pentono e non collaborano con la giustizia.
E’ indispensabile mantenere il massimo rigore rispetto a quei provvedimenti che disciplinano ambiti criminosi. Nessuna clemenza per chi ha seminato sangue, stragi, dolore e terrore. I criminali non cambiano, restano tali, mentre le vittime aumentano. Per non parlare dei colletti bianchi, dei politici e degli intellettuali che si battono per difendere gli omaggi abusivi a baby rapinatori e boss. Rischiamo di diventare un paese che muore di criminalità”. Lo ha detto Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde.






