foto di repertorio
«Sulla vicenda delle Officine Maccaferri di Bellizzi va fatta piena chiarezza, non si può chiudere uno stabilimento in videoconferenza e mandare sul lastrico 40 lavoratori senza prima percorrere altre strade e provare a trovare una soluzione». Lo afferma Anna Bilotti, deputata del Movimento 5 Stelle, all’indomani della decisione assunta dai vertici del gruppo imprenditoriale di chiudere la storica fabbrica salernitana.
«La società non può semplicemente nascondersi dietro la crisi economica ed epidemiologica per liquidare dalla sera al mattino l’azienda di Bellizzi, ma deve spiegare e argomentare a dovere nei luoghi deputati – aggiunge Bilotti – In questa vicenda ci sono troppi aspetti ancora da chiarire, che ho evidenziato a più riprese nei mesi scorsi e riportato anche in Parlamento con atti ufficiali.
Non si capisce, per esempio, come si possa liquidare con tale facilità un’industria all’avanguardia in un settore, quello del dissesto idrogeologico, assolutamente strategico nella nostra regione, nel nostro Paese e non solo. E ancora, non si capisce per quale motivo, in una fase di concordato lunga mesi, l’asset più pregiato del gruppo Maccaferri non sia stato oggetto di un nuovo piano industriale che tenesse conto di questo contesto strategico. Eppure il Governo Conte, sul fronte del dissesto idrogeologico, ha stanziato un fiume di risorse: sono disponibili ben 11 miliardi».
Non a caso, la parlamentare salernitana M5S aveva sollecitato e ottenuto la convocazione di un tavolo al Ministero dello Sviluppo economico, poi “congelata” a causa della crisi di governo. «Ma la vicenda non si è certo chiusa – spiega Bilotti – Stiamo attendendo il conferimento delle deleghe al Mise per calendarizzare al più presto il tavolo ministeriale, in modo da porre alla proprietà tutti gli interrogativi rimasti senza risposta. Va fatta assolutamente chiarezza, in primo luogo sul futuro dei lavoratori ma anche sulle reali motivazioni di una chiusura assolutamente sconsiderata. La vertenza è soltanto all’inizio».
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