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Strage di Bologna, agì con gli ex Nar: a giudizio Paolo Bellini e i ‘depistatori’ Segatel e Catracchia

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Bologna. E’ il ‘quinto uomo’ che agì con gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini e Gilberto Cavallini: a giudizio Paolo Bellini per la Strage del 2 agosto 1980.

Lo ha deciso il gup di Bologna, Alberto Gamberini, che ha rinviato a giudizio l’ex esponente di Avanguardia Nazionale imputato di concorso nella Strage di Bologna. A 40 anni dall’attentato piu’ sanguinario dal Dopoguerra – 85 i morti e oltre 200 i feriti – l’ex Primula nera e’ accusato dalla Procura Generale di Bologna, di essere il ‘quinto uomo’ che agi’ in concorso con gli ex Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini (condannati in via definitiva) e con Gilberto Cavallini (condannato in primo grado). A processo anche l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel, per depistaggio, e Domenico Catracchia, amministratore di condominio di immobili in via Gradoli a Roma per false informazioni al pm al fine di sviare le indagini. Il processo comincera’ il 16 aprile.

La Procura generale aveva chiesto il rinvio a giudizio nel maggio scorso, dopo aver avocato a se’ l’inchiesta sui mandanti della Strage di Bologna in seguito alla precedente richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura ordinaria. Bellini, secondo la Procura generale, agi’ in concorso con altre quattro persone ritenute le ‘menti’ dell’attentato, tutte decedute e per questo non processabili: Licio Gelli, maestro venerabile della loggia massonica P2, e Umberto Ortolani ritenuti dai pg mandati-finanziatori; l’ex capo dell’ufficio Affari riservati del ministero dell’Interno, Federico Umberto D’Amato, indicato dall’accusa come mandante-organizzatore; Mario Tedeschi, direttore della rivista ‘Il Borghese’ ed ex senatore dell’Msi, considerato dagli inquirenti organizzatore per aver coadiuvato D’Amato nella gestione mediatica della Strage – preparatoria e successiva – nonche’ nell’attivita’ di depistaggio delle indagini.

“Siamo contenti, come ufficio, di avere ottenuto questo primo passo importante. Poi a giudizio si discutera’ nel merito approfonditamente”. Ha dichiarato l’avvocato generale della Procura di Bologna, Alberto Candi. “Abbiamo detto che noi questa indagine”, ha sottolineato Candi, “l’abbiamo fatta non per secondi fini, come c’era stato rimproverato dalla difesa di Bellini, ma perche’ riteniamo di avere elementi precisi contro l’imputato”. E’ una vittoria della Procura Generale? “Ha fatto il proprio lavoro. Non sono io che devo dare aggettivi al lavoro che abbiamo fatto. Abbiamo fatto il nostro dovere e basta”, ha risposto il magistrato. A chi gli chiedeva se verranno presentati nel processo nuovi elementi di accusa contro l’ex Primula nera, l’avvocato generale della Procura ha replicato: “Abbiamo fatto una completa ‘discovery’: vedremo se ci saranno ulteriori elementi che affioreranno”.

“Il 16 aprile prossimo sara’ una data importante, l’inizio del processo ai mandanti. La decisione del Gup conferma la tenuta accusatoria del quadro investigativo acquisito dalla Procura generale. E conferma anche che quella opposizione alla richiesta di archiviazione dell’indagine, poi avocata, fu un atto opportuno e che trova oggi uno sbocco di carattere processuale”. Lo ha detto l’avvocato Andrea Speranzoni, che fa parte del collegio di parte civile nell’ambito del nuovo processo sulla Strage del 2 agosto 1980. Anche Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime concorda sul fatto che il 16 aprile “sara’ un grande avvenimento. Anche perche’ – ricorda – abbiamo rischiato che fosse tutto archiviato, invece si fa un processo. Allora le cose che avevamo presentato e le linee che si potevano intravedere per una possibile indagine c’erano tutte, non e’ che fossero campate in aria. Questo e’ un grande risultato non solo per l’associazione ma anche per tutta la societa’ civile italiana”, ha detto ancora Bolognesi. Di poche parole invece il difensore di Paolo Bellini, l’avvocato Manfredo Fiormonti, che la scorsa udienza aveva chiesto una nuova perizia – respinta dal Gup – sul filmato amatoriale girato la mattina della Strage, sostenendo che quello che appare in video non e’ l’imputato, come testimonierebbe anche una foto, agli atti, dove si evidenzia una cicatrice sul volto di Bellini che non appare invece nel girato.

Prima di lasciare il Tribunale di Bologna, Speranzoni ha ricordato inoltre “che c’e’ un secondo troncone di indagine ancora in corso, ma comunque questo primo risultato ci conforta come associazione dei familiari delle vittime. Ora si riparte con il dibattimento e sappiamo che sara’ tutta un’altra partita”, ha aggiunto l’avvocato dei familiari delle vittime. Per il legale “gli atti acquisiti che gia’ esistono ci raccontano un altro capitolo di questa storia: la saldatura fra i Nar e il contesto eversivo di carattere stragista di Ordine Nuovo, ma adesso anche di Avanguardia Nazionale. Poi c’e’ qualcosa di piu’ – ha aggiunto Speranzoni – la figura di Paolo Bellini, che e’ una figura che temporalmente e’ protagonista anche di altre importantissime vicende criminali italiane, e che si proietta col tema della trattativa anche a fine degli anni ’90”.


Articolo pubblicato il giorno 15 Febbraio 2021 - 16:29

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