Rissa tra detenuti a Capodanno nel carcere di Avellino

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Rissa tra detenuti a Capodanno nel carcere di Avellino.

Il nuovo anno inizia, nel carcere di Avellino, come è finito: all’insegna del sangue e della violenza. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri.
“Nella Casa Circondariale di Avellino è stato un capodanno senza botti ma non sono mancate le botte”, commenta amareggiato Emilio Fattorello, segretario per la Campania del SAPPE. “Trapelano infatti notizie che appena passata la mezzanotte dell’ultimo dell’anno è scoppiata una violenta e sanguinosa lite, senza esclusione di colpi, tra due detenuti. Nel Reparto detentivo dell’Alta Sicurezza, qualche minuto dopo il brindisi per il nuovo anno, scoppia una violenta lite tra due detenuti di origine calabrese, compagni di cella. Il provvidenziale e professionale intervento del personale della Polizia Penitenziaria fa si che l’evento critico molto cruento non abbia registrato conseguenze piu’ drammatiche.

I Poliziotti, ivi in servizio, con non poche difficoltà sono riusciti a dividere i due contendenti. Per uno dei due detenuti per le gravi lesioni subite, dai colpi ricevuti, è stato disposto dal Sanitario dell’Istituto un ricovero urgente, a mezzo 118, presso l’Ospedale Civile di Avellino. Il detenuto per la gravità delle lesioni riportate, fratture e ferite veniva ricoverato per le cure del caso, quindi dimesso il primo dell’anno con ben 30 gg. di prognosi s. c.. Come si evince ancora una volta i colleghi in servizio ad Avellino, nonostante le gravi difficoltà operative esistenti, una tra tutte la esponenziale carenza organica, in particolare la notte di Capodanno, hanno saputo fronteggiare il grave evento critico con alta capacita professionale, a loro va tutto il compiacimento del SAPPE”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, è impietoso: “così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano di aggressioni, risse, violenze in carcere . E purtroppo non vediamo azioni decise da parte di Ministero della Giustizia e Dipartimento Amministrazione Penitenziaria tese a tutelare i poliziotti, come ad esempio la fondamentale necessità di istituire le camere di sicurezza presso gli ospedali ed ogni altra iniziativa finalizzata a contrastare le aggressioni, le colluttazioni e i ferimenti si verificano costantemente, con poliziotte e poliziotti contusi, offesi e feriti e addirittura colpiti dal lancio di feci e urine dei detenuti, con celle devastate ed incendiate. Basta!”



    “Non entriamo nel merito di eventuali amnistie, indulti e condoni (di cui si parla in questi giorni): mi limito ad osservare che a poco servono se poi non seguono riforme strutturali”, conclude Capece: “fondamentale è eliminare l’ozio nelle celle. Altro che vigilanza dinamica. L’Amministrazione Penitenziaria, nonostante i richiami di Bruxelles, non ha affatto migliorato le condizioni di vivibilità nelle celle, perché ad esempio il numero dei detenuti che lavorano è irrisorio rispetto ai presenti, quasi tutti alle dipendenze del Dap in lavori di pulizia o comunque interni al carcere, poche ore a settimana”. Da qui il rinnovo dell’invito al Guardasigilli Bonafede di trovare una soluzione urgente ai problemi penitenziari dell’intero Paese.


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