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“Gli atleti olimpici dovrebbero essere vaccinati prima degli altri? Non lo chiederemo mai e non lo vogliamo. Una persona anziana ha il sacrosanto diritto di essere vaccinata prima di un atleta di vent’anni. Ma forse una persona anziana può stare qualche giorno in più a casa senza uscire. L’atleta è obbligato a muoversi: non va a fare assembramenti, passa da aeroporti, spogliatoi, competizioni, contatti, per difendere la bandiera dell’Italia. La valutazione non deve farla lo sport ma la politica. Ci sono molti Paesi in cui già sappiamo che i nazionali sono in fase di vaccinazione”, dichiara il presidente del CONI in un’intervista a La Repubblica.
Sulle nuove relazioni con Sport e Salute, dopo l’ok del Cdm al decreto legge sull’autonomia del Coni, Malagò riferisce che “giovedì sera ho incontrato il presidente Cozzoli e si sono costruite le premesse per dialogare. Finalmente è diventato chiaro che il Coni e Sport e Salute sono due cose diverse, uno è un ente pubblico autonomo e indipendente, l’altra una società per azioni partecipata dallo Stato. Ritengo non solo giusto ma doveroso collaborare, ma senza assoggettamento. E non è vero che il Coni dovrà occuparsi solo della preparazione olimpica lasciando a Sport e Salute l’attività di base. Ad esempio, restiamo operativi sul territorio: i finanziamenti regionali, per legge, vanno al Coni.
La realtà è che oggi abbiamo di nuovo le chiavi di casa: e dentro casa, nessuno può dirci cosa fare. Altrimenti siamo punto e a capo sul tema dell’autonomia”. Su alcune inchieste giornalistiche che rivelerebbero sprechi e raddoppi di alcune sedi di gare nei Giochi di Milano-Cortina, il presidente CONI ribatte: “Non è mai esistito nella storia delle Olimpiadi e fatico a immaginare che esisterà in futuro un dossier come il nostro.
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“Il 90% degli impianti è già esistente. Fare un piano più scarno di così, ripeto, è impossibile. La fondazione è privata, non ha un euro di contributo pubblico, non so che altro si deve fare”. Infine, un rinvio o una cancellazione delle Olimpiadi, Malagò lo esclude “al cento per cento. Bach è categorico e anche il governo giapponese. Non ci sono le condizioni tecniche per un rinvio: a febbraio 2022 ci sono le Olimpiadi invernali di Pechino. L’Olimpiade è il migliore spot per togliere i ragazzi dai computer e dai videogiochi e convincerli a tornare ad allenarsi”.
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