“Riguardo alla vaccinazione cui è stato sottoposto il presidente De Luca domenica 27 dicembre, si deve solo affermare che la stessa, rientrando nell’evento simbolico del V-day, lungi dall’essere stato un atto denigratorio di norme nazionali e regionali, ha inteso solo essere un atto simbolico anch’esso posto in essere dal massimo rappresentante della Regione Campania con l’evidente finalità di dare un esempio che potesse ulteriormente favorire e incentivare l’adesione alla campagna vaccinale anti-Covid”.
Lo scrivono il direttore sanitario Pasquale Di Girolamo Faraone, il direttore generale dell’azienda ospedaliera Maurizio di Mauro e il direttore amministrativo Giovanni De Masi, vertici dell’azienda ospedaliera specialistica dei Colli di Napoli (Monaldi, Cotugno e Cto). La nota di Di Mauro, Di Girolamo Faraone e De Masi arriva come replica a un’istanza di accesso civico generalizzato dell’avvocato Luigi Adinolfi con la quale il legale richiedeva di visionare il provvedimento, che “in deroga alle disposizioni vigenti – sostiene Adinolfi -, aveva permesso al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, la vaccinazione al posto di un primario, in prima linea”.
“In pratica – spiega l’avvocato Adinolfi – hanno ammesso nella risposta che De Luca è stato vaccinato senza rispettare le ferree regole in tema di priorità nelle vaccinazioni, così violando sia il piano pandemico nazionale, sia il piano pandemico regionale, sia le linee guida del ministero della Salute in tema di piano strategico della vaccinazione. Si sono giustificati dicendo che è un atto simbolico. Un assurdo, in quanto con un atto simbolico si violano le regole e si vaccinano politici al posto dei medici”.
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