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Il boom della Telemedicina pediatrica. A Napoli l’eccellenza del Policlinico federiciano con pazienti anche dal Nord

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Al Policlinico di Napoli quasi duemila visite in sette mesi per fronteggiare l’emergenza Coronavirus garantendo sempre l’assistenza ai bambini

Dalle allergie alla dermatite atopica: lo sviluppo dei test a distanza che può utilizzare a domicilio il genitore ‘teleguidato’ dal medico

Quasi duemila pazienti visitati negli ultimi sette mesi. Sono i numeri quanto mai significativi del progetto di Telemedicina Pediatrica messo in campo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus dall’Ambulatorio di Pediatria Generale e Specialistica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli diretto dal prof. Roberto Berni Canani (il video racconto del progetto è online su www.facebook.com/allergologiapediatrica/videos/217019556600937).

“Ci sono situazioni emergenziali che possono essere uno stimolo a migliorare la qualità dei servizi di assistenza sanitaria e ad accelerare la realizzazione di progetti di modernizzazione ed innovazione”. Racconta la necessità che diventa virtù Roberto Berni Canani, professore di pediatria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e tra i massimi esperti italiani di allergologia pediatrica.

Ad un mese esatto dai primi DPCM che sancivano il “lockdown” di marzo e statuivano una enorme riduzione delle prestazioni sanitarie assistenziali ordinarie, l’Ambulatorio di Pediatria del Policlinico federiciano era già pronto per seguire quotidianamente i suoi piccoli pazienti con ‘visite’, consulenze, test e check-up somministrati in telemedicina.

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Neuropsichiatria, endocrinologia, gastroenterologia, allergologia e immunonutrizione sono stati i primi settori in cui è stato possibile realizzare tecnicamente le visite in telemedicina garantendo nel contempo l’assistenza in presenza, con tutte le misure di sicurezza del caso, in tutte le altre occasioni necessarie, come quelle relative a patologie di ambito cardiologico o di chirurgia pediatrica.

“Anche noi – spiega la dott.ssa Rita Nocerino, coordinatrice delle attività infermieristiche dell’ambulatorio – all’inizio abbiamo subìto il colpo psicologico del distanziamento dai pazienti, perché negarlo?. Nelle prime settimane vedere il reparto vuoto e sapere che molti bambini erano costretti in casa, magari con problemi di salute ci stringeva il cuore. E questo ci ha spinto ancor più a realizzare il nostro progetto di Telemedicina Pediatrica”.

Tra le importanti opportunità offerte ai pazienti dal servizio di Telemedicina del Policlinico napoletano c’è anche il settore della diagnostica in campo allergologico. L’ImmunoCap Rapid Test, ad esempio, consente di scoprire in pochi minuti le principali allergie alimentari e ambientali (dal latte alla polvere, dalle uova ai derivati epidermici degli animali domestici). Si tratta di un piccolo apparecchio computerizzato che viene spedito gratuitamente a casa dei pazienti che hanno prenotato la visita allergologica. Teleguidato dai medici il genitore, attraverso l’utilizzo di una goccia di sangue capillare ottenuta da una semplice puntura del dito, attiva il funzionamento del test che ‘colora’ lo schermo in corrispondenza delle allergie esaminate. Per i bambini affetti da dermatite atopica c’è invece la possibilità di eseguire a distanza lo Scorad (Scoring Atopic Dermatitis), un test per poter monitorare al meglio l’andamento di una delle condizioni croniche più frequenti in età pediatrica. E per i bambini affetti da allergie alimentari è stato attivato anche un monitoraggio a distanza della dieta e della crescita attraverso programmi specifici di telemedicina.

Al Policlinico di Napoli attivati 14 posti letto
foto di cronache della campania

Tra le soddisfazioni più belle riscontrate in questi mesi dal team multidisciplinare del reparto ci sono le molte e-mail ricevute anche da genitori di bambini residenti fuori dalla regione Campania che sono venuti a conoscenza del servizio attraverso il web. “La grande opportunità aggiuntiva della telemedicina – evidenzia la pediatra Linda Cosenza – è proprio la possibilità di abbattere le distanze raggiungendo chi ha bisogno di assistenza sanitaria ovunque si trovi”. E così tra i primi 1900 pazienti ‘virtuali’ dell’ambulatorio, c’è stato anche un 2% di bambini di altre regioni italiane, dalla Calabria al Friuli Venezia Giulia a testimonianza che, in presenza di servizi sanitari di eccellenza, la ‘migrazione’ non è unidirezionale dal Sud al Nord.

La completa digitalizzazione dei sistemi di prenotazione ha consentito di prenotare le visite con un’attesa massima di 7 giorni. Tutto avviene, infatti, in modo telematico, compreso il pagamento del ticket sanitario per quei soggetti privi di esenzione.

“Abbiamo creato un’isola felice destinata a diventare stabile grazie alla collaborazione delle famiglie dei piccoli pazienti e all’aiuto delle tante figure professionali che ogni giorno contribuiscono con impegno al servizio di telemedicina, dal personale tecnico-amministrativo a quello infermieristico, dai medici specializzandi a tutti i colleghi docenti universitari”, evidenzia Roberto Berni Canani. “Rendere ordinario ciò che è stato fatto in circostanze straordinarie – secondo il prof. Berni Canani – deve essere uno degli obiettivi del nostro Paese nell’era post-pandemica. In Italia non solo nel settore sanitario abbiamo saputo dare risposte pronte ed importanti ad una situazione di grave emergenza. Quel che abbiamo costruito ed imparato per migliorare dei servizi deve restare in ogni ambito un’opportunità stabile per i cittadini”.


Articolo pubblicato il giorno 17 Dicembre 2020 - 14:06

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