"A Natale cene e pranzi senza nonni, non ripetere gli errori dell'estate. Le chiusure stanno funzionando e le nuove zone rosse e arancioni proseguono nella direzione giusta. Ora bisogna investire per evitare altri guai a gennaio".
A dirlo in un'intervista a La Stampa è Fabrizio Pregliasco, ricercatore di Virologia all'Università Statale e direttore sanitario del Galeazzi di Milano.Potrebbe interessarti
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Il virologo osserva che "550 decessi solo ieri suggeriscono anche a chi vive in zone gialle e arancioni di evitare qualsiasi contatto rimandabile". Quanto è grande il rischio di una terza ondata? "Esiste e bisogna prepararsi, anche se non è detto che si verifichi. La strategia del governo di chiusure lente e graduali potrebbe portare dei risultati di lungo periodo". Andavano fatte prima? "Certo, un lockdown immediato sarebbe stato meglio, ma i provvedimenti vanno compresi da tutti altrimenti sono controproducenti. Già così il governo è stato molto criticato. Va ricordato che si tratta di una situazione senza precedenti in cui molti Paesi efficienti sono andati in crisi".
Come prepararsi alla terza ondata? "Non disperdendo i risultati di queste chiusure. A gennaio ci sarà il picco dell'influenza e saremo avvantaggiati se avremo aumentato la capacità di tracciamento, di tamponi e di test veloci come screening in scuole e aziende. Dovremo migliorare i protocolli per le cure a casa e l'organizzazione degli hotel Covid. Infine, una maggiore tranquillità mediatica potrebbe diminuire l'ansia collettiva".





