Pochi i napoletani sul lungomare rispetto alla settimana scorsa e consistenti unita' delle forze dell'ordine che invitano a tenere le distanze e a indossare la mascherina.
Si presenta cosi' ora la zona - alla vigilia del via alla zona rossa in Campania da domani - che negli ultimi week end era apparsa sempre gremita. Malgrado il clima dolce i napoletani, forse ormai rassegnati alle ulteriori restrizioni in arrivo, non hanno affollato Via Caracciolo e le altre strade in prossimita' del lungomare. Anche il traffico veicolare appare scorrevole. Un po' piu' affollati i bar per il consueto aperitivo di fine mattinata. Poca gente a passeggio, nonostante il clima mite, tranne qualche eccezione, come la zona di Chiaia o il quartiere collinare del Vomero. Nelle aree individuate dalla prefettura a maggior rischio assembramento, dal lungomare al Plebiscito, passando per il centro storico, lo scenario e' molto differente da quello visto una settimana fa, quando si e' registrata molta folla.
Le forze dell'ordine presidiano i luoghi piu' frequentati, ma nella maggior parte dei casi non e' necessario alcun intervento.Potrebbe interessarti
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Anche per le vie di Chiaia, normalmente molto frequentate per lo shopping, c'e' un discreto flusso di persone, mentre i negozi sono poco affollati. Tra i commercianti c'e' chi e' stato preso alla sprovvista e in queste ore si sta informando su quello che accadra' da domani. Una donna che gestisce un esercizio di rivendita di biancheria ricamata di pregio racconta come il suo commercialista stamattina l'abbia avvisata del fatto che puo' restare aperta e, se vende mutandine o una camicia da notte ai clienti, questi possono portarle con se', ma se la vendita riguarda una tovaglia o asciugamani c'e' l'obbligo della consegna a casa. "Anche se c'era il sentore dell'introduzione di misure piu' restrittive per la Campania - racconta - fino alle 17 di ieri nessuno ha potuto organizzarsi e tuttora c'e' molta confusione". C'e' anche chi, come lo storico Caffe' Gambrinus, ha deciso di abbassare la serranda gia' da una settimana, quando la regione era ancora in zona gialla, in attesa di tempi migliori. "Siamo allo stremo delle nostre possibilita' - spiegava Antonio Sergio, uno dei titolari - con l'aumento dei contagi la gente non entra e non si siede ai tavolini. Per la prima volta nella nostra storia, siamo stati costretti a mettere 15 dipendenti in cassa integrazione".

                                    



