Una maglia del Napoli con il numero 10 e’ stata depositata poco fa sul feretro di Diego Maradona esposto nella Casa Rosada presidenziale. La maglietta, consegnata dall’ambasciata d’Italia a Buenos Aires, e’ stata collocata sulla bara, vicino a quelle della nazionale argentina, del Boca Juniors e dell’Argentinos Juniors, da una delle figlie di Maradona.
L’ultimo saluto assomiglia tanto a una processione. Anche se la polizia si è dovuta impegnare non poco per tenere a bada diversi ‘fedeli’ scalmanati, alcuni dei quali in veglia tutta la notte sulla soglia della Casa Rosada, il palazzo presidenziale, uno dei simboli di Buenos Aires. Quasi quanto Diego.Uomini e donne, anziani e bambini, tifosi del Boca e del River uniti sotto un’unica bandiera: quella dell’Argentina. La camera ardente di Maradona si trasforma così in una sfilata dove si incontrano sofferenza e orgoglio (di un paese intero), fiori e magliette numero 10, silenzi e lacrime, commozione – dentro la Casa Rosada – e tensioni fuori. C’è tutto e il contrario di tutto, proprio come avvenuto nella vita del diez più conosciuto del pianeta.Per qualche ora la pandemia passa in secondo piano. Se non fosse per le mascherine probabilmente non se accorgerebbe nessuno. Perché non c’è restrizione che tenga al cospetto del mito.
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Migliaia di persone hanno voluto omaggiare Diego: la bara, chiusa, diventa ben presto un blocco biancoazzurro: sono ammessi sprazzi di blu notte e giallo, i colori sociali del Boca Juniors, non quelli celeste del Napoli. Ma questa è una cerimonia tutta argentina, di un popolo che si stringe attorno al suo idolo nell’ultimo viaggio. Prima di Maradona le porte della Casa Rosada, per una personalità sportiva, si erano aperte esclusivamente nel 1995 per Juan Manuel Fangio, pilota di Formula 1 cinque volte campione del mondo. Un simile onore, dieci anni fa, era toccato all’ex presidente Nestor Kirchner. La massa di gente – la sua gente – che è riuscito a richiamare Diego ricorda però un altro funerale, quello nel 1952 di Eva Peron, venerata e celebrata ancora oggi.
L’apertura pubblica della camera ardente è stata preceduta da una funzione riservata a parenti e amici. Assente Diego Maradona Junior, alle prese con il Covid-19 (“il capitano del mio cuore non morirà mai”, ha scritto dall’Italia su Instagram) e l’ultima compagna Rocio Oliva, non senza un velo di polemica. “Non so perché stanno facendo questo”, ha raccontato la donna, rimasta accanto al diez fino a due anni fa, indicando come responsabile l’ex moglie di Maradona Claudia Villafane, presente insieme alle figlie. “Avevo diritto quanto gli altri di dirgli addio – ha aggiunto – Volevo solo salutarlo”. Hanno omaggiato l’ex stella del Napoli anche diverse personalità del mondo del calcio – tra cui Carlos Tevez, in rappresentanza del Boca – e in particolare dell’Argentina campione del mondo nel 1986
. Un messaggio di preghiera è arrivato anche da un altro grande argentino, Papa Francesco, che – secondo l’emittente Radio Mitre – ha inviato un rosario e una lettera di condoglianze alla famiglia. Su Instagram poi il Papa ha ricordato “con affetto” gli incontri avvenuti in Vaticano negli anni scorsi, pubblicando una foto che ritrae entrambi sorridenti. Dopo l’ultimo giro di campo alla Casa Rosada il viaggio di Diego si concluderà al Jardin Bella Vista, cimitero privato fuori dal caos di Buenos Aires. Con i funerali, in forma riservata, prima di ricongiungersi a mamma e papà. Diventando così definitivamente leggenda.
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