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L'amnistia, spiega Marino, "è preferibile perché estingue il reato e porta alla chiusura dei procedimenti in corso", mentre l'indulto "implica la celebrazione del processo perché si calcola sulla base della pena applicata in concreto o sul residuo che il detenuto deve scontare. Un atto di clemenza è indispensabile perché le prigioni versano in condizioni indecenti così come appare necessario allestire strutture idonee per la prevenzione e la cura del Covid per i detenuti". Marino riconosce che "quando si approva un simile provvedimento lo Stato riconosce l'incapacità di applicare la legge fino in fondo e di far scontare la pena ai condannati, nello stesso tempo, però, bisogna ammettere come lo Stato non sia più in grado di assicurare condizioni di vita umane ai detenuti e di rieducarli in vista del loro rientro nella società. Lo testimoniano le decisioni con cui sempre più giudici civili condannano il Ministero della Giustizia per aver costretto i detenuti in spazi troppo angusti".





