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Truffa per i fondi della Regione, sequestrati 50mila euro a Nocera Inferiore

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Nocera Inferiore.

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Truffa ai danni della Regione per ottenere il microcredito per le imprese: nei guai madre e figlio ai quali sono stati sequestrati beni per 50mila euro.

I carabinieri del comando provinciale di Salerno hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per la somma di 50mila euro nei confronti di due soggetti - madre e figlio -, accusati di truffa aggravata ai danni della Regione Campania. Il provvedimento è stato emesso dal gip presso il Tribunale di Nocera Inferiore, Luigi Levita in seguito agli accertamenti effettuati dai carabinieri del comando provinciale di Salerno. In particolare i militari, nell'ambito dei controlli per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, hanno posto l'attenzione sui due che nella primavera 2016 avevano chiesto ed ottenuto due distinti finanziamenti di microcredito con i fondi messi a disposizione dal Fondo Sociale Europeo dell'Unione Europea. I carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Davide Palmieri, hanno ricostruito l'iter amministrativo seguito, riuscendo a raccogliere elementi probatori sia attraverso la collaborazione della società partecipata regionale "Sviluppo Campania spa" che aveva gestito la pratica di finanziamento, sia con servizi di osservazione e controllo del territorio. Secondo gli investigatori i due avrebbero "presentato documentazione attestante il falso, chiedendo ed ottenendo 25mila euro ciascuno per avviare altrettante attività imprenditoriali sul territorio dell'Agro, progetti mai realmente concretizzatisi". In un caso, infatti, la società creata si è rivelata la semplice prosecuzione di un'altra già esistente con diversa ragione sociale; nell'altro, invece, una volta incassato il finanziamento non sarebbe stata avviata alcuna attività imprenditoriale. I fondi erogati, dunque, sarebbero stati utilizzati per fini diversi da quelli per cui erano stati garantiti. Le somme, infatti, sono sparite dai conti corrente in forma di prelievo contante e, a distanza di anni, il prestito non è mai stato restituito. Oltre a subire il sequestro di tre conti corrente bancari e postali, carte prepagate e due autoveicoli di proprietà, madre e figlio dovranno rispondere di truffa aggravata, falsità ideologica e malversazione ai danni dello Stato.

Articolo pubblicato il 28 Ottobre 2020 - 11:01 - La Redazione

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