Il Papa apre alle unioni civili per le coppie gay

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Papa Francesco e l’apertura alle unioni civili gay.

 

Razzismo, cambiamento climatico, migrazioni, abusi sessuali, polarizzazioni politiche, relazioni tra cristiani ebrei e musulmani… il nuovo film documentario “Francesco” del regista Evgeny Afineevsky, ebreo americano di origini russe, viene presentato oggi al Festival del cinema di Roma ma fa già parlare di sé per una (quasi) novità, l’apertura del Papa alle unioni civili tra persone omosessuali.

 



    A quanto riferito da chi ha potuto vedere il film in anteprima, “le persone omosessuali – afferma in spagnolo Jorge Mario Bergoglio – hanno diritto a stare in una famiglia, sono figli di Dio, hanno il diritto ad una famiglia. Nessuno può essere espulso da una famiglia e non gli si può rendere la vita miserabile per questo. Quello che dobbiamo fare è una legge di convivenza civile, hanno il diritto di essere coperti legalmente. Io questo lo difendo”.

    La pellicola è frutto di diverse interviste che il regista ha avuto con il Pontefice argentino nonché con diversi suoi collaboratori e di persone che Francesco ha incontrato. Tra di essi, una persona omosessuale. L’apertura del Papa alle unioni civili (“ley de convivencia civil”, nell’originale spagnolo) non è, in realtà, del tutto nuova. “Il matrimonio è fra un uomo e una donna”, disse già nel marzo del 2014 a Ferruccio de Bortoli, all’epoca direttore del Corriere della Sera.

    “Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situazioni di convivenza, spinti dall’esigenza di regolare aspetti economici fra le persone, come ad esempio assicurare l’assistenza sanitaria. Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme. Bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà”. Nel libro-intervista del 2017 al giornalista francese Dominique Wolton, intitolata “Politica e società”, Papa Francesco ha dichiarato: “Chiamiamo le cose con il loro nome. Il matrimonio è tra un uomo e una donna. Questo è il termine preciso. Chiamiamo l’unione tra persone dello stesso sesso ‘unione civile'”.

    Sotto Papa Francesco, peraltro, la Conferenza episcopale italiana – all’epoca segretario eramonsignor Nunzio Galantino – non sostenne il family day che tentò di boicottare la legge sulle unioni civili proposta dalla parlamentare del Pd Monica Cirinnà. Quanto all’accenno al diritto alla famiglia, sembra scontato interpretare le parole pronunciate dal Papa nel nuovo film-documentario come affermò lo stesso Bergoglio palando con i giornalisti sul volo di ritorno dall’Irlanda nell’agosto 2018 a proposito di figli omosessuali in una famiglia cattolica: “Cosa direi io a un papà che vede che suo figlio o sua figlia ha quella tendenza. Io gli direi anzitutto di pregare: prega. Non condannare, dialogare, capire, fare spazio al figlio o alla figlia. Fare spazio perché si esprima. Poi, in quale età si manifesta questa inquietudine del figlio?

    E’ importante. Una cosa è quando si manifesta da bambino, quando ci sono tante cose che si possono fare, per vedere come sono le cose; un’altra cosa è quando si manifesta dopo i 20 anni o cose del genere. Ma io mai dirò che il silenzio è il rimedio: ignorare il figlio o la figlia con tendenza omosessuale è una mancanza di paternità e maternità. Tu sei mio figlio, tu sei mia figlia, così come sei; io sono tuo padre e tua madre, parliamo. E se voi, padre e madre, non ve la cavate, chiedete aiuto, ma sempre nel dialogo, sempre nel dialogo. Perché quel figlio e quella figlia hanno diritto a una famiglia e la famiglia è questa che c’è: non cacciarlo via dalla famiglia”.

    Sulle unioni civili, ad ogni modo, Papa Francesco conferma, nel film-documentario di Afineevsky, una posizione di apertura rispetto alla posizione di diverse conferenze episcopali – a partire da quella statunitense – e dallo stesso Vaticano. Non è mai stato smentito, per la Santa Sede, quanto pronunciato dalla congregazione per la Dottrina della fede in un pronunciamento del 2003, firmato dall’allora cardinale Joseph Ratzinger, inmerito ai progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali: “La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all’approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali”. 


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