Democratici e Progressisti scrivono a De Luca: ‘Un cambio di passo per affrontare la crisi’

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Una lunga lettera quella inviata oggi da Democratici e Progressisti al presidente Vincenzo De Luca al quale chiedono un confronto sull’emergenza Covid che sta interessando la Campania.

Un ventaglio di proposte quello contenuto nella lettera che segna l’importanza, in queste ore , della collaborazione per far fronte ad un’emergenza dai risvolti sanitari e sociali.”La seconda ondata della pandemia nel mondo, sicuramente prevista ma molto sottovaluta, sta producendo con il suo andamento esponenziale nella crescita dei contagi nuove vittime e un congestionamento dei posti letto che desta l’allarme del personale sanitario. A questo si aggiunge che con il ritorno delle preoccupazioni e della paura, questa ha cominciato ad esprimersi – non senza giustificazioni – in manifestazioni di rabbia: segno di stanchezza ed espressione di forti disagi che la politica non può ignorare, una disperazione vera che già stanno provando ad usare come innesco di odio e di violenza. Le difficoltà a reggere l’impatto da parte del sistema sanitario, non solo in Italia, hanno fatto emergere come stiano pesando oggi tagli e politiche che hanno indebolito l’azione pubblica ed il sistema del welfare, e per questo il nostro impegno dovrà essere indirizzato a politiche che investano su scuola e sanità e sul sistema di welfare tutto, vigilando che non si siano più tagli indiscriminati: non sono questi settori aziendali che devono presentare bilanci in pareggio o addirittura portare utili. Per gli Enti del Terzo Settore, che si troveranno a dover sostenere vecchie e nuove povertà saranno non solo necessarie ulteriori azioni di sostegno oltre a quelle già messe in atto, ma si potrebbe pensare, così come propone la Caritas della Campania, anche all’istituzione di un Comitato Sociale Regionale con associazioni e forze sindacali”.

Non c’è più tempo da perdere per gli esponenti di Democratici e progressisti che fanno notare “la lentezza ad apportare correzioni urgenti rispetto alla prima fase del COVID: «se prima c’era la giustificazione della pandemia improvvisa ora ci viene naturale chiederci perché farsi trovare impreparati a qualcosa di prevedibile e prevista». La stessa riapertura forse andava organizzata con gradualità, per evitare che prendesse piede l’illusione che tutto fosse superato e che si potesse tornare ai ritmi e alle abitudini di prima” “Aver riaperto tutto e subito è stato un errore. Oggi – scrivono-non chiudere subito forse potrebbe rivelarsi un altrettanto e tragico errore.La Campania colpita gravemente dalla seconda ondata, nonostante alcune misure prese anche anticipando provvedimenti assunti poi da altre Regioni e dal Governo, senza misure straordinarie rischia di non reggere: le strutture ospedaliere sono già adesso in grandissima sofferenza.In questa situazione, all’indomani del voto, è necessaria una svolta politica che rafforzi i luoghi collettivi della decisione a partire dal Consiglio Regionale: non è tempo di guerre tra Istituzioni e di uomo solo al comando. Serve cioè capacità di decidere, ma anche maggiore coinvolgimento, ascolto e soprattutto occorre creare un clima di grande collaborazione tra le Istituzioni e l’insieme delle forze sociali e politiche, misure ragionate e coordinate tra Stato, Regioni e Enti Locali; si preveda anche la convocazione permanente dell’Assemblea dei Sindaci di ogni distretto ASL, si connettano le tante competenze e esperienze. Rafforzamento delle strutture sanitarie e dei centri covid e covid residence, reclutamento dei medici e del personale sanitario da stabilizzare nei prossimi dieci giorni . Un piano mobilità che contempli anche i privati per consentire a chi deve andare a lavorare, studiare o spostarsi per altre ragioni, di poterlo fare in sicurezza .

La partecipazione dei lavoratori dello spettacolo, attualmente in stato di blocco totale, ad azioni di formazione e animazione, anche con modalità online onde sostenere le realtà più fragili . Il decreto Ristori – si legge nella lettera- rappresenta dal punto di vista economico un primo passo a tutela delle categorie più esposte sul piano occupazionale, ma servono misure ragionate e coordinate per evitare sovrapposizioni e per non lasciare fuori figure atipiche e non legalizzate (sappiamo bene che soprattutto in Campania e soprattutto per i settori colpiti dai provvedimenti di chiusura, la manodopera è costituita per lo più da personale precario e sottopagato, molto spesso in nero, alcuni dei quali hanno già perso il lavoro nella prima ondata).Le misure tampone possono bastare nell’immediato ma è ragionevole pensare che la pandemia non si arresterà a breve e allo stesso modo non possono essere positive le previsioni sulla tenuta economica e l’occupazione. Se è così, sarà necessario adottare misure in grado – utilizzando pienamente tutte le risorse disponibili, a partire da quelle europee e rimodulandole – di garantire sostegni per poi far ripartire le attività ferme o per crearne di nuove”. Un ventaglio di proposte concrete quelle su cui si invita alla riflessione e al confronto De Luca. “Si può pensare ad un piano scuola e ad piano sanità per offrire servizi, a partire da quelli territoriali.La chiarezza su questi aspetti, non solo ricreerebbe un clima di fiducia, ma risponderebbe alle tante domande , esigenze, preoccupazioni di quanti manifestano o restano in silenzio e pensano di chiudere le proprie attività e serve una azione concertata con le autorità preposte alla sicurezza urbana al fine dell’adozione di misure per impedire infiltrazioni camorristiche e/o di facinorosi”




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