“È ormai diventato un bollettino di guerra l’elenco delle aggressioni giornaliere in danno della polizia penitenziaria: ci chiediamo cosa aspetti il premier Giuseppe Conte e il suo governo a dichiarare lo stato d’emergenza delle carceri”. Così il presidente dell’Unione sindacati di polizia penitenziaria (Uspp) Giuseppe Moretti chiede provvedimenti “di fronte ai continui episodi violenti e ai nuovi impulsi di rivolta che si verificano nelle carceri come l’ultimo evento accaduto ieri nel carcere di Benevento, che ha visto feriti 5 agenti di cui uno gravemente per le criminali azioni di alcuni detenuti extracomunitari”.
“Mentre troviamo risibile l’annuncio del sottosegretario alla Giustizia Ferraresi – prosegue Moretti – il quale annuncia come un successo l’incremento di 10 unità nel carcere di Foggia, da dove evasero oltre 70 detenuti nel corso delle rivolte di marzo. Questo non è neanche una goccia nel mare oceanico della endemica carenza organica di tutti gli istituti penitenziari certificata da uno studio del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che testimonia quanto sia pregiudicato il complesso lavoro assegnato agli agenti di polizia penitenziaria a causa della carenza di oltre 18mila agenti in meno (37mila in servizio su 55mila che ne occorrerebbero)”
“Rinnoviamo la nostra richiesta a Conte – chiede Moretti – e al Governo di mettere in campo provvedimenti e risorse straordinarie per mettere in sicurezza il lavoro della polizia penitenziaria oggi allo stremo perché fortemente esposta a rischi per la propria incolumità psicofisica (come finalmente anche ammesso dal garante nazionale dei detenuti) e abbandonata da un ministro della Giustizia silente di fronte alla deriva che si registra nella sicurezza e la legalità nelle carceri”.
Per il presidenre Uspp, “non si possono più rinviare provvedimenti in direzione del ripristino dell’ordine, delle regole e più in generale della sicurezza delle carceri (ad esempio intervenendo con norme sanzionatorie per l’introduzione e il possesso di cellulari in carcere), come anche in relazione alle problematiche determinate dalla popolazione detenuta con problemi psichiatrici, fonte di continui eventi critici (aggressioni, tentativi di suicidio, rivolte, ecc.).
Non per ultimo chiede un intervento per salvaguardare gli agenti dall’esposizione sanitaria, in particolare dal rischio contagio Covid-19. Nonostante il pericolo incombente in questa nuova parte dell’anno, che vede inspiegabilmente un allentamento dei controlli triage degli accessi in alcune regioni come il Triveneto, si sono registrati nuovi casi di positività al virus sia tra le fila degli agenti che tra i detenuti. Ciò a prescindere da un atteso incontro con il vertice dipartimentale, preannunciato dal capo Dap Bernardo Petralia”.L’Uspp – conclude la nota – è pronta a scendere nuovamente in piazza “vista l’assoluta inadeguatezza del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, di cui l’Uspp ha chiesto pubblicamente le dimissioni”.
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