Il ministro Patuanelli: ‘La Whirlpool deve restare a Napoli’

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Il ministro Patuanelli: ‘La Whirlpool deve restare a Napoli’ .Oggi il ministro ha incontrato una delegazione sindacale.

 

“Napoli non molla. La Whirlpool deve restare qui”. A dirlo è il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli durante il suo intervento a piazza Carità, a Napoli, dove il M5S chiude la campagna elettorale per le prossime regionali. In piazza sono presenti anche alcuni lavoratori della Whirlpool. Questo pomeriggio il Ministro Patuanelli e la Sottosegretaria Todde hanno incontrate le rappresentanze sindacali in Prefettura a Napoli unitamente alla Sottosegretaria Alessandra Todde accompagnati dal Prefetto di Napoli, Marco Valentini, le rappresentanze sindacali Whirlpool.
Nel corso dell’incontro è stato fatto un punto di situazione sullo stato della vertenza anche in vista di prossime interlocuzioni con il Governo.

I rappresentanti sindacali della Fim-Cisl di tutti i siti lavorativi italiani del gruppo “denunciano, con forte preoccupazione, la mancanza di continuità di attuazione dei piani di investimento a sostengo del consolidamento industriale del gruppo nel nostro Paese. Infatti i piani industriale del 2015 e del 2018, scaturiti da accordi firmati presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che prevedevano un piano di investimento di 500milioni di euro in processi, prodotti e R&D nel quadriennio 2015-18 e di ulteriori 250 euro nel triennio 2019-21, sono nell’ultimo periodo in gran parte disattesi”, commenta Massimiliano Nobis, segretario nazionale Fim Cisl.



    “In questi giorni – prosegue – si stanno consumando di fatto due chiusure: una di uno stabilimento virtuale che comprende il settore impiegatizio di Cassinetta e Fabriano con 250 uscite stimolate unilateralmente dall’azienda con incentivi; l’altro lo stabilimento di Napoli, con 350 addetti, dove si dovevano produrre lavatrici ad alta gamma, salvo scoprire a 6 mesi dall’inizio della produzione che il mercato non ‘gradiva’ questo prodotto e trovare in Cina uno stabilimento del gruppo produrre le lavatrici di uguale classe”.

    “L’uscita di molti impiegati – prosegue Nobis – coincide con il ridimensionamento di aree strategiche quali ricerca e Sviluppo, Qualità, Service e Logistica, in contraddizione con quanto definito nei piani del 2105 e 2018 dove la R&D doveva essere presente in tutti gli stabilimenti per far diventare Whirlpool Italia centro di eccellenza della R&D. Nonostante le numerose richieste di incontro e azioni di lotta, l’ultima il corteo-sciopero di venerdì 12 settembre, non abbiamo ancora risposte dall’azienda sul futuro produttivo e occupazionale dello stabilimento di Napoli. Il Mise si era fatto carico di promuovere tavoli per mettere in discussione la chiusura dello stabilimento prevista dall’azienda per il prossimo 31 ottobre ad oggi, dopo il 31 luglio, non ha convocato alcun tavolo.

    In questi giorni parecchi Ministri hanno incontrato i lavoratori e le delegazioni sindacali territoriali promettendo la continuità lavorativa Whirlpool dello stabilimento di Napoli. Questo balletto tra gli impegni disattesi e gli annunci elettorali non è gradito alle 350 famiglie che da 18 mesi stanno aspettando risposte di lavoro dalla Whirlpool e vedono con forte preoccupazione il loro futuro. Il Coordinamento Whirlpool della Fim Cisl ritiene importante continuare il sostegno alla vertenza dello stabilimento napoletano, con azioni sindacali unitarie.

    Nei prossimi giorni ci aspettiamo la convocazione al Mise per avere risposte dalla Whirlpool sul futuro occupazionale dei lavoratori napoletani e sul futuro produttivo in Italia di Whirpool”.Whirlpool “mantiene la prima posizione nelle vendite degli elettrodomestici in Italia attorno al 19%, grazie a prodotti di buona qualità che riscontrano alta affidabilità tra i consumatori. Occorre sostenere questa quota di mercato con investimenti e valorizzando le competenze e la fidelizzazione all’azienda dei 4.137 dipendenti a partire dai 350 lavoratori di Napoli e prevedere piani di saturazione degli impianti di Siena e Carinaro dove in pre – covid i lavoratori lavorano in media tra le 4 e 6 ore, con forti riduzioni delle paghe mensili”, conclude il segretario nazionale Fim Cisl.




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