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Coronavirus, il vice ministro Sileri: ‘Tagliamo la quarantena, ma facciamo più test’

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Coronavirus, il vice ministro Sileri: “Tagliamo la quarantena, ma facciamo più test. I tamponi li deve pagare lo Stato se su indicazione dei medici”.

“Cinque giorni no. Sette può avere un senso se c’è il tampone. Questo per i contatti, che oggi fanno la quarantena di 14 giorni anche con il tampone negativo. Per i positivi, anche asintomatici, bisogna aspettare la negativizzazione del tampone”. Il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, in una intervista a Il Fatto quotidiano mostra di condividere l’idea di ridurre la quarantena. “Gli studi dicono che in 5-6 giorni dal contatto solitamente ti positivizzi. Con 7 giorni intercettiamo la quasi totalità. Poi c’è chi sviluppa in 14. L’Ecdc (Agenzia europea per la prevenzione delle malattie, ndr) sconsiglia, indicando un rischio del 6%. Ma costa meno fare un tampone che lasciare una persona a casa per 14 giorni, peraltro il rischio è che molti non rispettino l’obbligo. Come avevo proposto per arrivi extra-Schengen. Arrivi, fai la quarantena, 5-6 giorni e tampone, magari 7 per sicurezza. Abbiamo il problema dei ricongiungimenti familiari, l’ultimo dpcm risolve per i coniugi ma non per i figli, c’è ancora chi deve fare la quarantena o non può arrivare dai Paesi bloccati. Bisogna fare più tamponi”.

Secondo Sileri “non dobbiamo farne 3-400 mila tutti i giorni ma avere questa potenzialità per le settimane, specie invernali, in cui servirà. Non solo tamponi: ci sono i test salivari e io sostengo gli studiosi che li chiedono; altri test rapidi, bistrattati, fanno un’ottima opera di screening”. “Il tampone deve pagarlo lo Stato se si fa su indicazione dei medici di medicina generale, del pediatra libera scelta o per il contact tracing. Poi c’è l’azienda che vuole controllare i dipendenti, la squadra di calcio, chi vuole farsi il tampone per sicurezza: il discorso è diverso”. “Non ho mai detto – conclude Sileri – che lo avremo a fine anno, ci vorranno da 6 a 12 mesi. E non puntiamo solo sul vaccino, bisogna sostenere la ricerca sulle terapie, sugli anticorpi monoclonali, sul plasma iperimmune”.


Articolo pubblicato il giorno 12 Settembre 2020 - 09:02

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