“Voglio chiedere scusa a tutti, alla famiglia Cerciello e ai suoi amici. Al mondo intero. Quella notte e’ stata la peggiore della mia vita e se potessi tornare indietro per cambiare le cose lo farei ora, ma non posso”. Lo ha affermato in aula Finnegan Lee Elder, l’americano sotto processo assieme all’amico Christian Natale Hjorth per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega, nel corso di dichiarazioni spontanee.
“Non ho parlato prima per mancanza di coraggio – ha detto il californiano davanti ai giudici della prima corte d’assise -. In carcere ho avuto la possibilita’ e il tempo di riflettere. Quella notte e’ stata la peggiore della mia vita, non perche’ sono in prigione, lontano da tutti. I motivi sono altri: ho tolto la vita di una persona, ho tolto un marito a sua moglie, ho rotto un legame tra fratelli. E ho tolto un figlio a sua madre. Non potro’ mai perdonarmi tutto questo”. Elder ha aggiunto che non “sara’ mai capace di perdonarmi per questo e non mi aspetto che la famiglia di Cerciello possa farlo oggi, sara’ difficile, ma spero che un giorno potra’ farlo”. Il giovane ha ammesso che quella notte “sono stati commessi molti errori. Il mio e’ stato il piu’ grande. Vorrei tornare indietro per cambiare le cose, ma non posso. Tutto cio’ che posso dire e’ che provo del rimorso. Cio’ che e’ successo mi ha cambiato per sempre e prometto di non commettere piu’ questi errori”.
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