Lo ha detto il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, intervenuto a “Centocittà” su Radio 1. “Abbiamo ancora un debito storico dello Stato, non dei cittadini napoletani, che si trascina dal terremoto dell’80, quando avevo 13 anni. Noi non andremo in dissesto – ha ribadito de Magistris – ma perché in questi anni siamo diventati acrobati dell’amministrazione. E’ un miracolo e la situazione non è migliore nelle altre città, anzi al Sud forse abbiamo la capacità di friggere il pesce con l’acqua, di saper resistere e anche di realizzare miracolo laici, ma pensiamo in città come Firenze e Venezia, che non hanno più la tassa di soggiorno dei turisti, come diventa difficile andare avanti”.
Sul fronte turismo, ha aggiunto de Magistris, “la situazione è drammatica anche se Napoli nel contesto non sta andando male, vedo segni di ripresa e anche turisti che cominciano a venire. Ovviamente, se pensiamo a cos’era NAPOLI tre mesi fa, ora tutti rimpiangono quel periodo anche se prima c’era il dibattito sulla gentrificazione, sui troppi turisti e sulla troppa internazionalizzazione. Ora – ha concluso de Magistris – bisogna ripartire, avere coraggio e visione, non scoraggiarsi ed essere responsabili sul piano sanitario ma senza allarmismo e terrorismo psicologico, altrimenti dalle nostre parti, dove lo tsunami pandemico non c’è stato, avremo più vittime sociali, economiche e del lavoro che per l’emergenza sanitaria”.
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