Sottolineiamo, dunque, che il diniego dell’ampliamento riguarda solo le citate strade, una disposizione inaccettabile che discrimina di fatto solo le attività che si trovano in queste zone, favorendone così altre.
Osserviamo, quindi, con grande dispiacere e rammarico che le sorti delle attività produttive di Napoli dipendono ancora una volta dagli umori dei residenti. Una città dove alcune zone sono completamente abbandonate, basti pensare al torneo di calcetto organizzato in piena piazza Mercato, ai tafferugli avvenuti in piazza Bellini (ma la lista dei degradi cittadini è lunga e sarebbe superfluo continuare) l’unico problema del capoluogo campano sembra essere quello dei tavolini di via Bisignano e di vico Satriano o del parcheggio dei motorini e delle auto in via Aniello Falcone.
E’ con grande tristezza che analizziamo tutto ciò, perché vuol dire che non si può investire in questa città con offerte valide che mirino a riqualificare il territorio. Va detto che lo spazio tra paletti e marciapiedi, dove un tempo i locali avevano l’occupazione di suolo, è oggi utilizzato come parcheggio abusivo di motorini e nessun provvedimento è stato preso a riguardo. In questo momento, tra l’altro di difficoltà economica per numerose attività, era stato destinato all’ampliamento delle nostre occupazioni di suolo, ma notiamo che c’è chi preferisce la sosta selvaggia ai tavoli. Forse i residenti apprezzano di più una città morta, dove dopo le 22 non si può uscire per paura di essere vittima di azioni criminali.
Siamo i primi a voler combattere la mala movida e per questo seguiamo tutte le regole oltre che un codice etico che ci siamo dati come associazione. Ma se in un momento di difficoltà come quello attuale, in cui è già di per sé un miracolo che un’attività non chiuda, un gruppo di residenti può scegliere di bloccare una disposizione prevista da un decreto del Governo per rilanciare l’economia, non possiamo che farci prendere dallo sconforto.
Vogliamo sottolineare come per i capricci di alcuni si rischi di mettere sul lastrico numerose attività. Grazie alla possibilità di ampliare l’occupazione di suolo, ogni attività ha investito per comprare tavoli e reintegrare il personale in cassa integrazione (di cui si aspettano ancora notizie per i mesi di marzo, aprile e maggio), un impegno economico difficile che adesso è vanificato per una situazione che a noi sembra paradossale. Menomale che c’è chi ha sorriso a livello nazionale di questa bagarre sui tavolini tutta napoletana, a noi invece viene solo da piangere.
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