Castel Volturno, funzionari corrotti con assunzioni per l’ampliamento della clinica Pineta Grande: verso il processo 48 persone

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Castel Volturno. Corruzione, abuso d’ufficio e rivelazioni di segreti di ufficio: concluse le indagini per 48 persone.

Verso il processo l’inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di 48 tra imprenditori privati nel settore della sanità, tecnici di parte e collaboratori, pubblici funzionari della Regione Campania, dell’Asl di Caserta, della Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento, con sede a Caserta, ex amministratori comunali e pubblici funzionari del Comune di Castel Volturno. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di corruzione, falso, indebita induzione, abusi di ufficio e rivelazioni di segreti di ufficio. Si tratta di un proseguimento dell’indagine, per la quale era stata già emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, il 23 gennaio scorso, la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico di Vincenzo Schiavone, amministratore di fatto della struttura sanitaria “Casa di Cura Pineta Grande”, di Castel Volturno e dominus della direzione gestionale riguardante i lavori di ampliamento della clinica.

Erano state applicate: la misura cautelare del divieto di dimora nella Regione Campania a carico di Domenico Romano, tecnico di parte della struttura sanitaria; la misura interdittiva della sospensione dell’esercizio dei pubblici uffici per un anno, a carico di Giuseppe Schiavone, Funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Caserta. Prima ancora era stata applicata, il 7 gennaio 2019, l’ordinanza cautelare confermata dal Tribunale del Riesame, per una serie di vicende illecite che avevano coinvolto il geometra Carmine Noviello, nella sua veste di responsabile dell’Ufficio Tecnico Comunale di Castel Volturno e che aveva fatto emergere l’esistenza di un sistema di connivenze, collusioni tra la parte pubblica, Noviello in particolare e la parte privata, tecnici privati e imprenditori, con interessi economici rilevanti sul territorio castellano. Uno tra questi, appunto, Vincenzo Schiavone. Allo stesso modo e nello stesso filone di indagine, era stato emesso, il 16 settembre 2019, un decreto di sequestro preventivo dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per le opere di ampliamento, in corso di realizzazione, presso la struttura sanitaria Pineta Grande di Castel Volturno (che opera nella Provincia di Caserta in regime di accreditamento istituzionale), oggetto di autorizzazione amministrativa con delibere del Consiglio Comunale di Castel Volturno e con i permessi di costruire rilasciati dall’UTC. Le complesse risultanze probatorie ed investigative hanno fatto emergere come l’ampliamento, in corso di realizzazione, della Casa di Cura Pineta Grande, autorizzato con delibere del Consiglio Comunale e successivi permessi di costruire, si ponesse in palese violazione della normativa riguardante la realizzazione o ampliamento di strutture sanitarie di cui e della regolamentazione regionale di cui alla Delibera di Giunta Regionale Campania, nonché della normativa edilizia/urbanistica.
Con riferimento all’adozione di tali atti, non solo da organici tecnici ed amministrativi del Comune di Castelvolturno, ma anche da quelli politici, risultano indagati il sindaco dell’epoca, Dimitri Russo la sua Giunta e l’intero Consiglio Comunale. A fronte di tali atti illegittimi, ben otto persone legate da vincoli di parentela, affinità o colleganza di altro tipo a soggetti riconducibili al Comune di Castel Volturno, Ente che ha rilasciato i permessi di costruire illegittimi o ha adottato le delibere comunali oggetto della contestazione, sono state assunte dalla Clinica Pineta Grande a tempo indeterminato o con contratti di collaborazione (nel periodo compreso tra il 2015 ed il 2018). Inoltre, dipendenti del Comune di Castel Volturno o organi politici dello stesso che intervengono a vario titolo nel rilascio dei provvedimenti favorevoli ala Clinica Pineta Grande, consiglieri comunali che votano le delibere di cui alla incolpazione provvisoria, si vedono poi assumere persone a loro legate o da loro segnalate. L’imprenditore privato che trae beneficio dai provvedimenti dai quali si constata l’illegittimi ha assunto soggetti legati agli amministratori ed anzi ne rivendica l’assoluta liceità e normalità. A ciò si aggiungono, come da incolpazione provvisoria, le irregolarità riguardanti la programmazione del fabbisogno sanitario regionale, commesse dalla Struttura Commissariale Regione Campania, come emergenti dalla Consulenza Tecnica, dagli esiti delle intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché dalle dichiarazioni rese da persone informate dei fatti, anche nella specie degli organi di vertice del Ministero della Salute, da sub-commissari della Struttura e dagli interrogatori di alcuni cooindagati. Secondo la procura l’operazione era volta a potenziare il settore privato della sanità e a depotenziare quello pubblico. Nell’inchiesta soono coinvolti funzionari del Comune di Castel Volturno  ma anche i vertici della struttura commissariale della Regione Campania, struttura che istruisce i provvedimenti adottati dal Commissario e di cui la clinica Pineta Grande ha beneficiato. In cambio, secondo quanto emerso dalle indagini, vi è stata l’assunzione da parte del gruppo Pineta Grande, di alcune persone legate da vincoli di parentela o affinità a soggetti della struttura Commissariale regionale. Una commistione tra pubblico e privato emersa nel corso delle intercettazioni telefoniche, nelle quali emerge che la struttura commissariale, su dettatura di Vincenzo Schiavone, tramite il presidente Aiop, Sergio Crispino, ottiene attraverso una procedura di fusione-accorpamento un accreditamento straordinario per trasferire presso Pineta Grande anche i posti autorizzati esistenti presso Villa Ester, Padre Pio e Villa Bianca. Insomma, il Gruppo Pineta Grande ha beneficiato di atti e provvedimenti, al momento ritenuti illegittimi dalle varie componenti delle pubbliche amministrazioni con cui aveva modo o necessità di interfacciarsi.


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