Si chiamava Tommaso Aniello D’Amalfi, ma è passato alla storia come Masaniello, reso famoso nel 1647 dalla rivolta del popolo di Napoli contro il sistema fiscale, introdotto dalla monarchia spagnola degli Asburgo. Un sistema di tasse iniquo che scaricava su gran parte del popolo il peso di guerre sempre più lunghe e costose. Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Vittoria Fiorelli a ‘Passato e Presente’, il programma di Rai Cultura in onda domani, lunedì 27 aprile, alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Nei dieci giorni di luglio che vedono la città di Napoli messa a ferro e a fuoco dai rivoltosi e dal ‘popolo civile’, il giovane e scaltro pescivendolo Masaniello assurge a ruolo di capo militare per il coordinamento delle azioni in città. Ma presto il capopopolo entra in conflitto con la corrente borghese e moderata della rivolta, capeggiata dal giurista Giulio Genoino. Masaniello cade vittima di un attentato il 16 luglio 1647. Anche a causa della tragica fine il mito di Masaniello, pescatore e Re di Napoli, si diffonde subito in Europa e anche nei secoli successivi incarna l’archetipo delle rivolte popolari.
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