Nella giornata di ieri, dopo il ricovero per sospetto COVID-19 di una detenuta proveniente dal carcere di Roma Rebibbia Femminile, è giunta in serata la positività della stessa e le indicazioni dell’ospedale Spallanzani di Roma che chiede la ricostruzione dei contatti della detenuta positiva con l’effettuazione dei tamponi.Potrebbe interessarti
Italia in caso di attacco atomico le alte cariche dello Stato restano senza bunker
Faida tra famiglie sinti: uccisa Dolores Dori, 44enne abbandonata davanti all’ospedale di Desenzano
Liguria, la sposa è in ritardo: il prete non ammette ritardi e inizia il matrimonio senza di lei
Estate killer: oltre 1.100 morti di caldo a Milano, a Napoli 579
Di Giacomo continua: “affidare la gestione per l’emergenza sanitaria derivante dal coronavirus nelle carceri italiane a strutture come lo Spallanzani, il Cotugno ed il San Raffaele, solo per fare degli esempi, le quali potrebbero dettare le linee guida per cercare di evitare una catastrofe sanitaria oramai certa. L’amministrazione penitenziaria ha dimostrato di non avere nessuna capacità gestionale per l’emergenza COVID-19 negli istituti penitenziari italiani ed ormai il sistema sta per implodere. Le indicazioni date dallo Spallanzani sono utili per tutti i casi simili che si sono verificati e che si verificheranno nelle carceri italiane. Nelle immediate vicinanze dell’infermeria vi è la sezione “orchidea” dove lavorano le detenute dell’intera struttura carceraria e il reparto con le mamme con otto bambini. Questo accentua ulteriormente le preoccupazioni per il propagarsi del virus all’interno dell’istituto e soprattutto per la salute di mamme-detenute e bambini”.
Proprio ieri avevo scritto al Presidente della Regione Lazio ed alla Protezione Civile per evidenziare la mancanza e l’inadeguatezza dei DPI e la richiesta di tamponi per tutto il personale penitenziario, conclude Di Giacomo.