“Da molte delle nostre migliaia di aziende agricole distribuite in tutta Italia, specie nel Mezzogiorno, giungono brutti presagi: è soprattutto la mancanza di manodopera straniera a mettere a rischio parte della produzione agricola. Lo scorso anno nelle nostre campagne hanno operato quasi 350mila lavoratori stranieri regolari, determinanti per l’attività di raccolta. I più usufruiscono di permessi di soggiorno temporanei. A questi va aggiunta la quota degli irregolari. Quest’anno, purtroppo, abbiamo due enormi problemi: il coronavirus e gli effetti delle leggi sulla sicurezza. I nostri imprenditori agricoli denunciano mancanza di risorse umane, impossibilitate attualmente persino di entrare in Italia. Per cui saranno a rischio non solo molti raccolti, ma persino le semine. Meno frutta e verdura italiana nei negozi e rischio di prezzi alle stelle”.
E’ quanto denuncia Domenico Mamone, presidente dell’Unsic, Unione nazionale sindacale imprenditori e coltivatori, organismo con 40mila aziende associate e Centri di assistenza agricola in 105 province italiane. Mamone ricorda che l’agricoltura italiana nel 2018 ha generato un valore 32,2 miliardi di euro, secondo i dati Istat, entità superiore a tutti i Paesi europei. E che siamo leader in Europa per produzione di ortaggi e per alcune tipologie di frutta, come albicocche, ciliege, kiwi, mele e pere.
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