Coronavirus, i ricercatori: ‘In Italia quattro ceppi dello stesso virus’

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“Al momento in Italia abbiamo quattro ceppi, tre isolati da noi e un quarto isolato dall’Istituto superiore di sanità, tutti questi assieme a quelli circolati in Germania e in Finlandia formano un unico gruppo virale”: lo spiega il professor Gianguglielmo Zehender, citato dal Fatto quotidiano, illustrando la scoperta fatta dai ricercatori dell’Università Statale diretti da Massimo Galli a capo anche del dipartimento di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano. I ricercatori hanno individuato la filogenesi del virus, attraverso “una caratterizzazione genomica” degli acidi nucleici e l’hanno messa in comparazione. Questo tipo di ricerca, spiega Zehender, “è utile per ricostruire la storia di come il virus è arrivato in Europa, da quando è presente e come si sta distribuendo”. “L’analisi delle sequenze nei nostri pazienti ha evidenziato affinità con virus circolati in Germania, in America latina e in Finlandia”, spiega il professor Massimo Galli. “E’ probabile che queste sequenze vengano quindi da una sorgente comune”. I cambiamenti, spiega da parte sua la professoressa Maria Rita Gismondo, che sempre al Sacco dirige il laboratorio di microbiologia, virologia e bioemergenze, “sono del tutto normali nella vita di un virus, come per l’Italia anche in Cina il SarsCov2 ha fatto registrare una serie di mutamenti”. “Rispetto alla morte di persone giovani – afferma poi il professor Galli – va detto che geneticamente non siamo tutti uguali, il che significa che ci dobbiamo aspettare qualche raro caso che va male in giovani che rispondono male al virus. Talvolta anche una risposta immunitaria in eccesso può portare gravi danni. Succede in altre malattie virali e forse potrebbe succedere anche in questa”. Spiega la professoressa Gismondo: “Se il 90% riguarda anziani, questo, e lo sapevamo, non esclude che ci siano decessi tra i più giovani. Ancora non sappiamo se la causa della morte sia legata al Covid o siano intervenute, per i giovani adulti, altre cause più importanti”.




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