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"È uno spettacolo sul poker e sull’amicizia tradita – afferma il regista Marcello Cotugno – la mia stessa frequentazione del microcosmo del poker mi pone in una posizione di attento osservatore delle dinamiche che si sviluppano al tavolo da gioco, che rimandano, da un lato, alla sfida eterna per il potere, dall’altro, a una ancora più radicale sfida contro se stessi e la morte".
Originariamente ambientata negli anni ’80, la pellicola, tra i più bei film di Pupi Avati: lucido, amaro e avvincente, nell’adattamento teatrale è stata trasposta ai giorni nostri, in cui la crisi economica globale si è abbattuta sull’Europa, segnando profondamente la società italiana. Regalo di Natale racconta così il trionfo del singolo sul collettivo, la metafora del successo di uno conquistato a spese di tutti, il simbolo di una teatralità doppia e meschina, amara riflessione su cosa stiamo diventando o su cosa, forse, siamo già diventati.
"In Regalo di Natale ciascuno dei protagonisti svela una parte di sé che inizialmente rimane sconosciuta. La pièce comincia come una sorta di Grande freddo: i quattro amici si ritrovano e giocano in maniera goliardica, si prendono in giro e l’atmosfera è apparentemente brillante. Improvvisamente però, con l’arrivo delle rivincite, dei soldi e della ricerca della soddisfazione personale, le relazioni cambiano. Dietro il velo dell’ipocrisia, da questa partita giocata contro il destino emergeranno molte verità nascoste."
La notte di Natale, quattro amici che non si vedono da dieci anni incontrano quello che è designato a essere il “pollo” da spennare: l’avvocato Santelia (Gigio Alberti), un uomo sulla sessantina, ricco e ingenuo, che sembra addirittura trovare consolazione nel perdere. In realtà, è il presunto “pollo” a trovarsi di fronte quattro uomini che nella vita hanno giocato con il destino e che, in un modo o nell’altro, hanno perso. Franco (Fulvio Pepe), imprenditore di multisale in declino, spera nella serata per ripagare i suoi debiti; Ugo (Valerio Santoro), con cui Franco non parla da dieci anni, finge di essere al tavolo solo per far pace con l’amico, a cui ha portato via la moglie; Lele (Giovanni Esposito), giornalista in eterna bolletta, vive all’ombra di Franco, di cui cerca costantemente di conquistarsi i favori, e approda alla villa per cercare di dare un senso alla pochezza della propria esistenza; Stefano (Gennaro Di Biase), infine, simbolo di un’italianità costretta ad arrangiarsi, anche ai limiti della legalità, spera in questo incontro per risolvere i propri problemi economici. La partita lascerà tutti sconfitti, a dimostrazione di come alcuni valori fondamentali delle relazioni umane: amicizia, lealtà e consapevolezza di sé, stiano tramontando dal nostro orizzonte.
Il poker come specchio della vita. Dal film di Pupi Avati, 'Il regalo di Natale' al Sannazaro di Napoli
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