L’obiettivo è debellare il caporalato ed in campo, siglando un protocollo di intesa, ci sono i presidi Caritas di tutto il Mezzogiorno e gli Ispettorati Territoriali del Lavoro.Potrebbe interessarti
Truffa Ecobonus, Mario Sassone rompe il muro di silenzio: "Io, consulente trasparente"
Camorra, agguato a Giuseppe Cipressa: i testimoni e l'ombra di una guerra nel clan Amato-Pagano
Oroscopo di oggi 6 novembre 2025 segno per segno
Campi Flegrei, maxi-piano da 1,4 miliardi: via alla messa in sicurezza tra ricostruzione e prevenzione
L’idea del protocollo nasce sulla base di quanto avviene in provincia di Caserta già dal 2016, anno in cui le due istituzioni hanno siglato un accordo di collaborazione a livello locale, presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere, con l’obiettivo di rendere più efficiente l’azione di contrasto al caporalato tramite lo scambio di informazioni, e più marcate attività di prevenzione presso i lavoratori sfruttati. Si è deciso così di replicare il modello a livello nazionale. L’accordo prevede anche un confronto trimestrale tra i vari Ispettorati Regionali e gli esponenti delle Caritas locali, che condividono sul campo le odissee dei braccianti agricoli. Sul fronte della prevenzione, è in programma una campagna “social” destinata agli stessi stranieri, con video informativi in varie lingue, e la condivisione tramite le più usate app tra gli immigrati, come Messanger, Facebook o Whatsapp. I temi dei video spaziano dalla normativa sul lavoro, fino alla spiegazione su cosa sia il Cnl, o come comportarsi in caso d’Ispezione sul luogo di Lavoro.





