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Scafati, giovane armiere del clan scarcerato per la terza volta in sei mesi

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Scafati- Tre volte mandato in carcere negli ultimi sei mesi e per tre volte scarcerato miracolosamente. Risultato da Guinness dei primati. Difeso dall’avvocato Gennaro De Gennaro, il detenuto Marcello Panariello ha potuto lasciare per la terza volta il carcere di Fuorni sebbene le accuse erano gravissime.Questa volta la scarcerazione è stata decretata dal Gip Aufieri del tribunale di Torre Annunziata.Per la DDA salernitana è considerato un soggetto pericoloso della zona dei Vetrai. Si tratta di Marcello Panariello, ventenne scafatese, che sebbene giovanissimo può vantare il triste primato di avere innumerevoli processi alle spalle, un folto curriculum di pendenze criminali. Era stato portato a processo con l’accusa di essere un jolly del crimine scafatese pronto a nascondere armi e droga per conto del clan ed a piazzare bombe ai negozi, partecipando attivamente al racket estorsivo. La sua partecipazione all’associazione malavitosa era confermata dai pizzini che venivano mandati dal fratello Panariello Pasquale, figura di vertice del crimine scafatese dal carcere di Larino. Nell’ultimo processo dedicato al Clan scafatese che aveva preso l’avvio dopo le bombe che gli uomini di racket avevano collocato, il Panariello Marcello sebbene il PM aveva chiesto una condanna di 3 anni ha riportato l’assoluzione.Qualche mese fa il giovane aveva impugnato una pistola e si era diretto presso l’abitazione della campagna,colpevole di non avergli dato la possibilità di vedere il figlio per diversi mesi. In piena notte il Panariello aveva esploso 5 colpi di pistola sulla porta d’ingresso della ragazza presso la sua abitazione di Pompei. Le strade della città Mariana erano diventate un far west. In quella circostanza il Panariello era stato arrestato ma dopo qualche giorno di cella era stato scarcerato.La storia si ripete con il ritorno nuovamente in carcere del Panariello.Nella giornata del 18 settembre i carabinieri di Scafati avevano bussato alla sua porta per una normale perquisizione. Il giovane che doveva risultare detenuto ai domiciliari si trovava al di fuori della sua abitazione. I militari hanno deciso di perquisire la sua abitazione trovando marijuana e crack oltre a dei bigliettini che dimostravano che il giovane lavorava, dagli arresti domiciliari, in un sistema di spaccio. Per finire sono stati rinvenuti 2 bilancini di precisione oltre al denaro di piccolo taglio. Nella giornata di ieri è stato processato dinanzi al Gip di Torre Annunziata con l’accusa di minacce e porto abusivo di armi. Per quei cinque colpi di pistola dal chiaro intento intimidatorio, il Panariello ha riportato la pena sospesa e la scarcerazione. 


Articolo pubblicato il giorno 29 Novembre 2019 - 23:06

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