Scafati, il consigliere Cucurachi è incompatibile: ‘salvi’ sindaco, Santocchio e Attianese

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Scafati. Incompatibilità in Consiglio Comunale: la segretaria salva il sindaco, il presidente del Consiglio e un consigliere di opposizione ma non il bipartisan Marco Cucurachi. Non passa indenne l’esposto presentato dall’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti contro il primo cittadino Cristoforo Salvati e Mario Santocchio (entrambi condannati in primo grado dalla Corte dei Conti), Paolo Attianese per una lite pendente contro il Comune e Marco Cucurachi (ex candidato sindaco con una lista civica alle scorse elezioni che ha un debito esigibile nei confronti dell’ente per la tassa sui rifiuti). Oggi la segretaria comunale Giovanna Imparato ha depositato il parere sull’esposto di Aliberti, inviandolo aaai vertici dell’amministrazione comunale, alla Procura della Repubblica e al Prefetto di Salerno decretando la sola incompatibilità per il consigliere Marco Cucurachi. L’ex candidato sindaco ha un debito nei confronti dell’Ente di circa 27mila euro dei quali 17mila oggetto di un’ingiunzione di pagamento per i quali è stata presentata un’istanza di rateizzazione. L’istanza nelle intenzioni del consigliere- contribuente avrebbe dovuto bloccare l’incompatibilità a rivestire la carica pubblica, in quanto avrebbe dovuto annullare il contenzioso. Ma per la segretaria così non è. Secondo Immacolata Giordano che ha inviato il parere anche all’Anac, l’istanza di rateizzazione sarebbe difforme dal regolamento generale delle Entrate approvato dal consiglio comunale nel 2016 e dunque esiste un’ipotesi di incompatibilità perchè l’amministratore ha un ‘debito certo, liquido ed esigibile nei confronti del comune, essendo la sentenza che ha respinto il ricorso tributario, passata in giudicato’. Inoltre, il ‘piano di riparto del debito, secondo un consolidato orientamento del Ministero dell’Interno, non è sufficiente a far venir meno l’incompatibilità’. L’unico modo per far cessare il conflitto di interessi sarebbe il pagamento dell’ultima rata con l’estinzione del debito. La segretaria, dunque, rimette al consiglio comunale la valutazione sulla questione dando facoltà al consigliere di esercitare in quella sede il diritto di difesa e la possibilità di rimuovere la causa di incompatibilità.
Ben altra valutazione la segretaria comunale ha fatto nei confronti di Cirstoforo Salvati, sindaco di Scafati e Mario Santocchio, entrambi oggetto dell’esposto di Aliberti per la condanna in primo grado della Corte dei Conti per il periodo della prima amministrazione Aliberti. Secondo la segretaria, la condanna dei giudici contabili impugnata da entrambi sospende l’esecuzione della sentenza e dunque il debito di 21mila e 13mila euro dei due amministratori non è certo ed esigibile. Neppure è causa di incompatibilità la lite pendente tra il Comune di Scafati e Agro Investi.
Medesimo ragionamento è stato fatto per Attianese, consigliere comunale di maggioranza, per una causa pendente nei confronti dell’ente per un presunto abuso edilizio. La segretaria ha dato mandato agli uffici competenti di accertare eventuali abusi che di per sè neppure decreterebbero una causa di incompatibilità che arriverebbe solo con una sentenza definitiva.
Caduto – in gran parte – nel vuoto l’esposto dell’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, sotto processo per scambio elettorale politico mafioso, non resta che aspettare la discussione in consiglio comunale per lo scissionista Marco Cucurachi (consigliere del Pd nella passata consiliatura si è candidato a sindaco autonomamente alle ultime elezioni). Il consigliere è stato al centro di contestazioni da parte dell’opposizione per aver più volte preso le difese della maggioranza consiliare di centro destra e per aver ottenuto la presidenza della commissione trasparenza che di regola viene attribuita alle opposizioni. Secondo la segretaria comunale l’unico modo per eliminare la causa di incompatibilià esistente per Cucurachi sarebbe estinguere il debito di 17mila euro nei confronti del Comune. Dunque, si passa in consiglio comunale dove verrà contestata al consigliere la causa di incandidabilità, con il voto dell’assemblea consiliare. Dopo quella data, l’amministratore avrà 10 giorni di tempo per eliminare qualsiasi conflitto di interesse nei confronti dell’Ente, altrimenti verrà dichiarato ‘decaduto’ dalla carica. (r.f.)


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