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PANE BIANCO, diario 1942-1945 di Antonietta Ferrara. Sabato 28 settembre a Scafati

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Un diario in cui una ragazza scafatese registrò gli avvenimenti, i pensieri, i dubbi, dal 1942 al 1945. “Pane Bianco” di Antonietta Ferrara sarà presentato alla Sala don Bosco di Scafati (piazza Vittorio Veneto), sabato 28 settembre alle ore 17.30. Una presentazione/evento coordinata da Pasquale Formisano durante la quale interverrà il preside del Liceo Caccioppoli di Scafati, Domenico D’Alessandro. Dal diario della giovanissima autrice sono stati estrapolate alcuni “giorni” che verranno letti da Elena Fiorenza e da Domenico Maria Corrado, accompagnati dal violino del maestro Ilario Ruopolo alternato dai momenti musicali a cura di Rosanna Monsurrò (voce) e Gabriella Marolda (piano).
La data scelta per la presentazione non è casuale: il 28 settembre 1943 è infatti il giorno della liberazione della città, giorno in cui “ardimentosi scafatesi” impugnarono le armi per accelerare la cacciata dei tedeschi, impedendo che si facesse crollare il ponte principale sul Sarno. Per questo episodio Scafati fu insignita della medaglia d’oro alla Resistenza e, a tal proposito, sarà allestita la mostra dell’ANPI di Scafati sezione “Berardino Fienga” dedicata a quel glorioso giorno in cui la città fu liberata: 28 settembre 1943. E il diario è tutto un percorso verso la libertà. E’ un documento storico prezioso, che permette di ricostruire i fatti, che presenta il volto di Scafati, che è contemporaneamente il simbolo di quelle molte città del nostro Sud. E’ anche un vero e proprio romanzo di formazione, che accompagna, durante i giorni terribili della guerra, delle bombe, della miseria, la crescita della protagonista. La fanciulla fiduciosa nelle “magnifiche sorti e progressive” che il regime prometteva, diventa gradualmente una ragazza che interroga la propria coscienza e attraverso i dubbi e gli studi, cerca di approdare a nuove interpretazioni della realtà.
Intorno a lei, un paese affranto dai lutti della guerra, il suono lugubre delle sirene che annunciano i bombardamenti, i palazzi crollati e le voci di donne, di uomini e di bambini che soffrono la fame e aspettano una pace che sembra sempre più lontana. La giovane Antonietta è una ragazza, soffre la fame, come tutti. Accanto alla speranza di una società migliore, coltiva un miraggio, un sole d’oro nelle albe delle incalzanti giornate: un pane bianco, fragrante. Gli alleati, si diceva, avrebbero dovuto distribuirlo a piene mani, ma restò solo un’illusione e si continuò a mangiare nero pane fatto di granone.
Pane bianco e pane nero, la guerra e la pace, i miti del fascismo e gli ideali di democrazia, la ricchezza e la miseria: molti sono i poli di questa straordinaria testimonianza. un diario di una ragazza di Scafati, Antonietta Ferrara, che registra gli eventi tra il 1942 e il 1945.
Nei momenti di disorientamento generale, la giovane Antonietta cerca di imboccare una strada, sia pur difficile da percorrere, con il solo aiuto delle sue riflessioni, delle sue letture e dello studio. La scuola l’avrebbe accompagnata per tutta la vita: lei racconta con emozione, in una pagina del suo diario, di quando, giovanissima, aveva intorno a sé, nel suo studio, i suoi piccoli cugini a cui faceva da maestra. L’emozione del “fare scuola” non l’abbandonò mai e studiò, anche dopo la pensione. Continuava, ogni tanto, nei momenti di malinconia, a citare quel verso annotato più volte sul suo diario, quando da poco aveva imparato il greco: la vita, onar tes schias, il sogno di un’ombra! Tra le tante ombre dei suoi dubbi e dei suoi interrogativi, ha voluto donare alla sua città e ai suoi alunni, questa testimonianza che non merita di essere consegnata all’oblio perché molto può ancora insegnare alle coscienze.


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