Cogliere il nesso che esiste tra mafia, corruzione e pubblica amministrazione “sarebbe un buon punto di partenza”, ha proseguito Melillo,. La mafia, ha aggiunto, “è fatta di valori sostitutivi rispetto a quelli dello Stato, e tali valori non sono solo quelli dei mafiosi ma rappresentano una spaventosa normalità che riguarda molti cittadini. Per combattere la mafia bisogna migliorare il filtro amministrativo, spesso composto da funzionari impreparati e quindi non in grado di opporsi allo strapotere mafioso”. Tra gli altri partecipanti, il senatore Pietro Grasso, già procuratore nazionale Antimafia; Giacomo Di Gennaro, dell’Università Federico II di Napoli, curatore del ‘Rapporto criminalità grandi aree urbane italiane’; il sostituto procuratore Dda Napoli, Alessandro D’Alessio; il generale Umberto Rapetto, già comandante Nucleo frodi telematiche guardia di finanza; il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra; l’assessora al Lavoro e Risorse umane della Campania, Sonia Palmeri
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