
E’ stata confermata dalla Cassazione la detenzione in carcere per Michele Barone, l’ex sacerdote di Casapesenna espulso dalla Chiesa con decreto firmato da papa Francesco e ridotto, lo scorso maggio, allo stato laicale dopo le denunce per abusi sessuali e maltrattamenti durante gli esorcismi. A suo carico è in corso il processo a porte chiuse davanti al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Con un verdetto depositato oggi, i supremi giudici – sentenza 39972 – hanno respinto il ricorso della difesa di Barone contro la misura cautelare degli arresti in cella. L’ex prete, che è in prigione da più di un anno e mezzo, è stato arrestato nel febbraio 2018. E’ accusato di violenza sessuale e lesioni commesse ai danni di tre donne, tra cui una ragazzina di 15 anni, che avrebbero subito gli abusi durante riti di liberazione dal ‘male’. Barone venne fermato dalla Polizia all’Aeroporto di Napoli Capodichino, insieme ai genitori della minorenne, di ritorno da un viaggio a Cracovia nel febbraio 2018. Secondo la Procura di Santa Maria Capua Vetere, il sacerdote avrebbe ingenerato nelle vittime la convinzione di essere possedute dal demonio, e le avrebbe sottoposto a trattamenti disumani e lesivi della loro dignità dopo essersi approfittato della loro fiducia. Nel corso dei quotidiani riti di ‘liberazione e purificazione dell’anima’, le vittime – secondo gli inquirenti – sarebbero state violentemente percosse, ingiuriate, minacciate e costrette a subire atti sessuali e pratiche degradanti.
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