foto di repertorio
Nel carcere di Avellino poliziotti aggrediti e con diversi giorni di prognosi dopo aver scoperto un detenuto a parlare al telefono cellulare. Una successiva perquisizione in cella ha fatto trovare altri due telefonini. A commettere questi reati sono detenuti di alta sicurezza, in questo caso siciliani. Ne informa il segretario generale del sindacato Spp, Aldo Di Giacomo. “Abbiamo denunciato la grave situazione delle carceri campane ormai da tempo – dice – la situazione è drammatica un pò ovunque, ma la Campania, anche in virtù della popolazione detenuta presente e della diffusa criminalità organizzata presente su tutto il territorio regionale, è una realtà che andrebbe gestita in maniera totalmente differente da come invece avviene. Il carcere di Avellino poi non è più in mano allo Stato: 4 poliziotti di media in ospedale e oltre 20 telefonini trovati negli ultimi 2 mesi. Il sistema carceri italiano dimostra il totale fallimento del mondo della politica che dimenticando di amministrare un paese che vede la presenza storica di organizzazioni criminali efferate, contrariamente a ogni logica di tutela dei cittadini, si e’ inventata la cosiddetta vigilanza dinamica, che ha consegnato in maniera definitiva il controllo delle carceri alla criminalità organizzata”. Martedì 10 ottobre alle 10:30 il sindacato terra’ un sit-in di protesta davanti al carcere di Avellino per spiegare le iniziative a sostegno dei colleghi e chiedere la rimozione del comandante e direttore.
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