Mortificante. È questa l’unica parola che possa sintetizzare quanto accaduto ieri mattina all’ingresso degli Scavi di Oplonti a Torre Annunziata. Un disabile, arrivato in città con la propria carrozzina elettrica in compagnia di una amica esclusivamente per visitare la meravigliosa dimora romana, si è dovuto scontrare con l’amara verità: la Villa di Poppea è sprovvista di un accesso per persone con disabilità motoria. I due amici avevano raggiunto i locali della Pro Loco Oplonti, a pochi passi dagli Scavi, ricchi di curiosità, ma già con qualche presentimento: “Possiamo avere qualche informazione?”, hanno chiesto. “Avrò problemi all’ingresso?”, la domanda successiva dell’uomo, con il volto sorridente ma lo sguardo timoroso. E così, dopo aver offerto brochure informative sulla villa e sulla città, il presidente della Pro Loco Ciro Maresca e un volontario del Servizio Civile hanno accompagnato i due turisti all’ingresso degli Scavi. Qui, estasiati dalla bellezza della villa, non hanno saputo rinunciare a proseguire nella visita. “Ce la faccio a fare qualche passo senza carrozzina”, insisteva l’uomo, che nel frattempo già si stava alzando, non senza difficoltà, sostenendosi all’amica. I volontari della Pro Loco, assieme all’agente di polizia municipale in servizio quotidianamente a via Sepolcri, hanno quindi aiutato i due a scendere la lunga scala di accesso alle rovine, trasportando la pesante carrozzina elettrica fino al giardino sottostante.
“È doveroso scusarci con questo turista e con tutti quelli diversamente abili che sono costretti a rinunciare a visitare la stupenda Villa di Poppea”, sottolinea il presidente dell’associazione di promozione sociale e turistica, Ciro Maresca.Potrebbe interessarti
“Noi abbiamo fatto del nostro meglio, ma non possiamo tuttavia non criticare chi, nonostante tutto, si sia girato dall’altra parte per non dedicare un poco delle sue normali forze a chi ne aveva bisogno”, prosegue Maresca. “Non si riesce a capire che, come diceva Seneca, chi aiuta gli altri aiuta se stesso. Il vero benessere non deriva da ciò che si potrebbe ricevere in cambio, ma dall’atto di donare se stessi agli altri”.
“Quando si darà la possibilità a tutti, indistintamente, di visitare senza eccessivi problemi questo sito archeologico? Lo abbiamo chiesto come Pro Loco nel 2009 agli enti preposti, e ripetutamente in seguito. Lo richiediamo oggi, dopo 10 anni, nonostante le tante promesse ricevute in questo lungo periodo. Nel 2011 la Sovrintendenza assicurava una rapida risoluzione con i lavori per la realizzazione di un secondo ingresso a sud, senza barriere architettoniche. Siamo ancora in attesa. Non possiamo e non dobbiamo più rimanere indifferenti ai numerosi e ripetuti casi verificatisi. Questa non è civiltà, è abbandono”.





























