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‘Simon poteva essere salvato’, l’atto di accusa dell’esperto. Tutti i punti oscuri delle ricerche

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“Ci sono diversi modi per localizzare con precisione un dispositivo con solo segnale Gsm di quello del semplice aggancio alla singola cella. Per questo è fondamentale l’analisi dei dati degli handover, cioè dei cambi di cella dell’apparecchio durante l’ultimo periodo”. E’ quanto afferma Gioacchino Genchi, avvocato ed ex consulente informatico di delicate indagini della storia recente, in un’intervista a ‘Il Fatto Quotidiano’ sottolineando che “sovrapponendo i dati delle celle impegnate negli spostamenti e nelle contestuali attivazioni della rete, fino alle ultime chiamate. Individuate le celle e le direzioni dei radianti, con la triangolazione delle aree di copertura si sarebbe potuta circoscrivere l’area dove concentrare subito le ricerche”. “Bisognava subito accedere ai dati di log della rete telefonica e continuare a insistere con telefonate e sms, anche lo spostamento del cellulare di pochi metri avrebbe potuto restituire delle evidenze importanti, specie se concorrenti con dei cambi di cella -continua Genchi-. Più celle incroci, più dati raccogli. Più telefonate fai, più riesci a delimitare la sua localizzazione. È una tecnologia già ampiamente utilizzata in processi per omicidi e stragi, ci ha consentito di incastrarne i colpevoli. È precisissima”. “Era possibile rintracciare Simon rapidamente, ”con una precisione di circa cento metri entro al massimo un ‘ora -sottolinea ancora Genchi-. A condizione di non trascurare nulla, chiedendo subito la massima cooperazione tra i soccorritori, le istituzioni e la compagnia telefonica. Temo che ci sia stato qualche errore”. Secondo Genchi “l’emergenza è stata affrontata, a mio parere, in maniera assolutamente approssimativa. In questi casi il tempismo degli inquirenti e la sinergia con i soccorritori sono fondamentali”. Il disperato grido d’aiuto di Simon e l’sms andato a vuoto. Risale al 9 agosto scorso l’appello disperato al 112: “Sto morendo di dolore, sono caduto in una scarpata, ho le gambe rotte, aiutatemi, vedo il mare ma non so dove mi trovo”. Dopo quella telefonata il 118 ha provato a ricontattarlo più volte, ma Simon non ha mai risposto. Vano anche il tentativo di rintracciarlo tramite sms: se il turista francese avesse visualizzato il messaggio i soccorritori avrebbero avuto qualche elemento in più utile alla sua localizzazione. L’escursionista in un percorso “non ufficiale”. La notte precedente la sua scomparsa il giovane escursionista francese aveva dormito sulla spiaggia di Scario. La mattina dopo, alle 6, si era incamminato per l’escursione: voleva raggiungere Napoli attraverso un percorso di trekking poco battuto. Ma, come ha spiegato lui stesso all’operatore del 118, dopo poco si è perso, finendo in un sentiero chiuso da rocce dalle quali il 27enne sarebbe caduto una volta, poco prima della chiamata al 112, e una seconda, forse letale, sbattendo la testa e perdendo i sensi.
Tracce di sangue da esaminare. Sono ancora da esaminare le tracce di sangue ritrovate sulla spiaggia della Molara nell’ambito delle ricerche dell’escursionista. I campioni sono stati trasportati al laboratorio dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania e andrà verificato se appartengono al 27enne ritrovato senza vita nove giorni dopo la sua scomparsa. Il presunto ritardo dei soccorsi. Dalla chiamata fatta da Simon con il proprio cellulare al numero unico per le emergenze al ritrovamento del corpo sono passati nove giorni. La salma, recuperata solo ieri, era in un burrone difficilmente accessibile nella zona di Belvedere di Ciolandrea, nel comune di San Giovanni a Piro, nel salernitano. Il terreno era franoso ma secondo alcune ricostruzioni, riportate anche dal quotidiano Le Figaro, la telefonata del ragazzo al Nue è arrivata alle 9 del mattino del 9 agosto, mentre il primo elicottero si sarebbe alzato in volo solo dopo le 12 del 10 agosto, più di 24 ore dopo. Notizia poi smentita dal 118 della Basilicata che ha spiegato di aver inviato una prima ambulanza e un’auto dei carabinieri poco più di un’ora e mezza dopo la telefonata di Simon, ma senza trovare l’escursionista.
La famiglia avvisata solo tre giorni dopo la scomparsa. La famiglia del giovane sarebbe stata avvertita solo il 12 agosto. “È stato inoltre necessario attendere una settimana – si legge su Le Figaro – affinché il comune di Policastro trasmettesse le immagini delle telecamere di sorveglianza” che mostrano Simon a Policastro da solo mentre acquista delle bottigliette d’acqua poco prima delle 17 dell’8 agosto. Le immagini della videosorveglianza diffuse il 17 agosto. Ci sono voluti otto giorni perché venissero diffusi alcuni frame delle telecamere di videosorveglianza del comune di Santa Marina che riprendono l’arrivo di Simon Gautier, l’8 agosto, alla stazione di Policastro Bussentino. In particolare viene ripreso il 27enne all’arrivo alla stazione dopo le 16 dell’8 agosto. Dalle foto, Simon Gautier indossava un jeans, una maglietta e uno zaino. Ha camminato per il paese ed è entrato in un centro canoe dove ha comprato una bottiglietta d’acqua e poi è andato via. Le ultime immagini a Policastro risalgono alle 16.44. L’inchiesta della Procura di Vallo della Lucania. Quando i carabinieri di Lagonegro prendono la telefonata di Simon Gautier la deviano al 118 più vicino e le procedure di ricerca partono proprio dal potentino. Si prova a localizzarlo tra Potenza, Matera, Cosenza e Salerno in un raggio di 143 km. La geolocalizzazione non è ancora possibile, la chiamata ha agganciato una cellula troppo vasta. E’ stata la Prefettura di Potenza ad attivare il piano persone scomparse, coinvolgendo anche le Prefetture di Salerno e Cosenza. Simon morto forse per emorragia poco dopo la telefonata ai soccorsi. Il ritardo nell’individuazione dell’escursionista francese può aver alimentato false speranze e accresciuto l’agonia di familiari e amici ma potrebbe non aver avuto alcuna importanza ai fini del salvataggio. A dirlo un primo esame sulla salma del 27enne, recuperata questa mattina in “avanzatissimo” stato di decomposizione. L’autopsia che si terrà oggi all’ospedale di Sapri scioglierà ogni dubbio, intanto pare che la morte sarebbe sopraggiunta poco dopo la richiesta di aiuto al Nue a causa della frattura di una gamba che avrebbe provocato la fuoriuscita di sangue.


Articolo pubblicato il giorno 20 Agosto 2019 - 06:55

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