“Bisogna fare presto, ma come mi diceva sempre mio padre che era un piccolo costruttore, ci vuole il tempo giusto, il numero giusto di ore. Guai a farsi prendere dalla fretta. Genova vuole ribellarsi a cio’ che e’ accaduto, ma nel modo migliore possibile”. L’archistar Renzo Piano parla con “La Repubblica” del progetto del nuovo ponte. Come sara’? “Siamo stati attenti a non cercare stranezze, sara’ ben costruito e non banale. Nessuno ha voluto fare il passo piu’ lungo della gamba, qui siamo a Genova. Abbiamo pile ogni 50 metri e solo in tre casi passiamo a 100, per scavalcare il fiume, la ferrovia e l’Ansaldo. E sopra l’acciaio. L’elemento caratterizzante e’ rappresentato da tre tronconi d’acciaio enormi. Quando con i martinetti si solleveranno, avranno ognuno il peso di 1.200 tonnellate. Sono tre navi. Poi ci saranno le altre, da 500 tonnellate. Stiamo realizzando qualcosa di bello, anche se spesso questa parola viene banalizzata”. “L’abbiamo disegnato per passarci sopra – spiega Piano -, perche’ di un ponte si parla, ma anche per essere vissuto da sotto. Essendo molto largo e con la forma della carena di una nave ha una luce che si diffonde anche sotto e da’ vita ad un grande parco che rappresenta un’altra grande scommessa per Genova”.
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