Il giornlista e scrittore Carlo Avvisati ha curato la traduzione in napoletato di "Medicamina faciei femineae" (l'Arte del trucco) di Publio Ovidio Nasone, un piccolo trattato in versi considerato un antico tutorial sulla preparazione casalinga dei cosmetici e sull'arte del truccarsi.Potrebbe interessarti
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Ovidio scrisse questo trattato circa duemila fa ed è giunto sino a noi incompleto e frammentario. La trasposizione in versi di Avvisati ha testo latino e italiano con a fronte la traduzione napoletana e può considerarsi un piccolo vademecum su vizi, cultura e virtù della buona società dell'epoca. In questo trttato si evince un aspetto di Ovidio trasgressivo e controcorrente, oltre che estremamente moderno per i tempi, che sfida il pensiero comune dando suggerimenti sul come trasformare il viso, e offre le proporzioni per la messa a punto di ricette casalinghe.
Stefano De Caro spiega: "dal mondo miceneo, dall’egitto, dal mondo siro-fenicio erano giunte essenze e ricette che influenzarono profondamente le culture locali nei campi della cosmesi, della farmacopea, della cucina, degli usi funerari e religiosi … la domanda di profumi … stimolò una produzione di imitazione che a sua volta spinse gli agricoltori delle fertili pianure campane a convertire parte della loro capacità produttiva verso coltivazioni (olio, fiori, erbe) che rifornissero efficacemente di materie prime la nuova industria…"
Nel libriccino è anche presente un'appendice con citati i profumi più famosi e le piazze sulle quali si potevano trovare, da Capua a Pompei, passando per Pozzuoli, i nomi delle donne rimaste famose per averli usati (Poppea e Cleopatra, tra le altre) e un dizionario che chiarisce e rende maggiormente comprensibile la bellezza dei termini e delle espressioni napoletane.
'Ll'arte 'e se pittà', la traduzione in napoletano di un trattato di Ovidio sulla cosmesi femminile, a cura di Carlo Avvisati
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