Cronaca

Ex clochard aiutato da Mario Cerciello Rega: “Era come un fratello, avviamo una raccolta fondi nel quartiere per la sua famiglia”

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Roma. Antonio B. è stato uno dei primi a raccogliere l’appello dell’Arma di avviare una raccolta fondi per la famiglia del vicebrigadiere ucciso, Mario Cerciello Rega. E’ un ex clochard che vive alla periferia di Roma, in via di Decima, proprio lì c’è il punto di ritrovo dei senza tetto e delle persone svantaggiate che il carabinieri aiutava una volta a settimana insieme ai volontari dei Cavalieri di Malta. Nel giorno dei funerali del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega c’è dolore anche in questo quartiere alla periferia di Roma. Al martedì sera – raccontano nel quartiere – si vedeva spesso tra i volontari anche il carabiniere 35enne di Somma Vesuviana. A lui si era particolarmente affezionato Antonio B., che lo aveva conosciuto molti anni prima “nel periodo brutto della mia vita, quando ero un senza fissa dimora”. L’ex clochardha raccontato: “Mario per me era come un fratello, aiutava sempre il prossimo. L’ho conosciuto nel periodo in cui dormivo alla stazione Termini, ho conosciuto sia lui che altri stupendi volontari. Quando ho appreso della sua morte dalla stampa sono stato male. L’ho subito detto ad altre persone che, come me, lo conoscevano nel quartiere. Mario era una persona stupenda”. Antonio B., 58 anni, si è attivato per raccogliere fondi nel quartiere di Decima. “Risponderemo come quartiere all’appello dell’Arma di una raccolta fondi per la famiglia di Mario – spiega -. E spero anche di incontrare i carabinieri, magari il suo comandante, per portare la mia solidarietà. Vorrei che si pensasse anche un riconoscimento nel quartiere, per quello che ha fatto per gli ultimi di questa zona. Veniva tutti i martedì a distribuire i pasti, distribuiva pizza, panini e dolci. Di vista nel quartiere lo conoscevano tutti e quando è arrivata la notizia c’è stata una reazione di sgomento. Ancora se ne continua a parlare nei bar, qualcuno mi ha anche chiesto di portare le condoglianze alla famiglia se fossi andato alla camera ardente, ma non ce l’ho fatta. Non ci sono andato: un po’ per motivi di salute, un po’ perché il dolore è troppo grande. Lo voglio ricordare sorridente, com’era in vita”.

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