Tammaro Cirillo ammazzato per aver chiesto maggiore sicurezza sui cantieri
Lavorava in un cantiere di Villa Literno. Voleva che gli operai potessero lavorare in condizioni di sicurezza, che avessero diritto a mangiare in un luogo adeguato e non in mezzo alla polvere delle costruzioni, che potessero ricevere il pagamento delle ore di straordinario e che fossero regolarizzati, chiedeva che ci fossero delle regole in una realtà, quella campana del 1980, in cui la camorra gestiva la maggior parte degli appalti pubblici e dirigeva i più grandi cantieri della regione. Si chiamava Tammaro Cirillo e il 2 luglio 1980 è stato ucciso da sicari al soldo della camorra, che entrarono in casa sua e gli spararono, sotto gli occhi terrorizzati della figlia quindicenne. Dopo una lunga agonia, morì il 25 luglio, a 38 anni. Fillea, sindacato degli edili della Cgil, non dimentica ed è impegnata a sostenere la richiesta di riconoscimento di vittima di camorra e di mafia avanzata dalla famiglia. Per questo venerdì alle ore 15, inaugurerà la nuova sala della sede nazionale di via Morgagni intitolata a Tammaro Cirillo. All’inaugurazione saranno presenti la figlia Laura, le segreterie della Fillea Caserta e Campania, tutta la Fillea nazionale con il segretario generale Alessandro Genovesi.
È partita da una lite tra giovani, esplosa all’improvviso in una notte d’ottobre ad Ercolano,… Leggi tutto
La partita che avrebbe dovuto decidere le sorti della Salernitana si è trasformata in uno… Leggi tutto
La Juve Stabia cambia pelle e guarda al futuro con ambizioni rinnovate. È stato perfezionato… Leggi tutto
Caserta – Era evaso dai domiciliari nel 2018, facendo perdere le proprie tracce dopo un… Leggi tutto
Napoli– C’è un’aula che ha custodito per mezzo secolo un segreto, un filo invisibile tra… Leggi tutto
Pompei – Una violenta rissa ha sconvolto la serata di ieri in via Sacra a… Leggi tutto