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Aggiunge Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “E’ una evasione frutto della superficialità con cui sono state trattate e gestite le molte denunce fatte dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria sulle condizioni di sicurezza. Tutte queste evasioni hanno responsabilità ben precise. Cercate i colletti bianchi. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Abbiamo registrato un numero di evasioni incredibili, da istituti e da mancati rientri, in pochissime settimane”, aggiunge. “Quel che denuncia il SAPPE da tempo si sta clamorosamente verificando ogni giorno: ossia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale – servono almeno 5.000 nuovi Agenti rispetto al previsto… -, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento?”.
“La realtà”, conclude, “è che negli ultimi anni sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili. Mancano Agenti di Polizia Penitenziaria e se non accadono più tragedie più tragedie di quel che già avvengono è solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento. Auspico allora che il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ed i vertici della Giustizia Minorile e dell’Amministrazione Penitenziaria si attivino concretamente per dare un netto cambio di passo sulle politiche penitenziarie del Paese. Nelle carceri c’è ancora tanto da fare: ma senza abbassare l’asticella della sicurezza e della vigilanza, senza le quali ogni attività trattamentale è fine a se stessa e, dunque, non organica a realizzare un percorso di vera rieducazione del reo”.
Clamorosa evasione di due giovani detenuti dal carcere minorile di Nisida
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